Il diluvio del mondo

Sku
978-88-6274-709-7
18,00 €
Curatore: Luisella Giachino
Autore: Antonio Glielmo
Isbn: 978-88-6274-709-7
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
Il diluvio del mondo
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-709-7
Numero in collana94
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreAntonio Glielmo
CuratoreLuisella Giachino
PagineIV-172
Anno2016
In ristampaNo
DescrizioneIl diluvio del mondo
Dopo l’Incarnazione di Ventura Venturi e il Terrestre paradiso di Benedetto Menzini, riscoperti da Erminia Ardissino (Poemi biblici, 2005), la Collana “Contributi e proposte” offre al lettore un altro poema sacro del Seicento: il Diluvio del mondo del predicatore e teologo napoletano Antonio Glielmo. Il tema del diluvio, molto frequentato in età antica e patristica, perde smalto in età moderna, mentre l’Arca rimane oggetto di speculazioni che non conoscono interruzioni dall’antichità a oggi. Il poema di Glielmo colpisce per la qualità letteraria e si muove con grande libertà fra ispirazione biblica, materia esameronica e tradizione epica di ispirazione tassiana, introducendo numerose novità rispetto al racconto della Genesi. Ma soprattutto è un’esperienza rivissuta in prima persona attraverso la scrittura, una via di purificazione con la quale Glielmo fa dei contemporanei di Noè i propri contemporanei e del patriarca un altro se stesso. Scritto per «spiritual ricreazione solamente» al di fuori di qualunque orizzonte celebrativo, è un dipinto vivo ed eloquente della catastrofe universale che il peccato porta con sé. Nella scrittura del Diluvio del mondo, tra misura e tumulto, convivono concretezza, evidenza icastica delle scene e dei dettagli, gestualità, dimensione narrativa e teatrale. Soprattutto è il poema della colpa e della pena che guarda con occhio misericordioso le creature in travaglio, la natura viva e senziente destinata alla morte e istituisce una profonda analogia fra la struttura solida e rassicurante dell’ottava e l’Arca, ventre accogliente e protettore della creazione che sopravvive.
Luisella Giachino insegna Letteratura Italiana all’Università di Torino. Specialista di Cinquecento e Seicento, si è occupata di Tasso, di poesia lirica e sacra, di romanzo barocco, di predicazione, di poema eroico. Interessata da sempre al genus demonstrativum e agli aspetti letterari della celebrazione, ha studiato raccolte di rime in lode del Cinquecento e funerali di principi (Cosimo I de’ Medici, Caterina d’Austria, Cristina di Borbone, Carlo Emanuele II) con i relativi corpora di orazioni. Ha inoltre indagato i panegirici seicenteschi sulla Sindone. Presso Olschki è uscito il volume Giovan Leone Sempronio tra lusus amoroso e armi cristiane (2002). Con le Edizioni dell’Orso ha pubblicato «Amore è Maggio che non corre a verno». Cinque saggi su lirici barocchi (2004); «Al carbon vivo del desio di gloria». Retorica e poesia celebrativa nel Cinquecento (2008); Bibliografia degli scritti di Maria Luisa Doglio (2011, insieme a Clara Leri); «Per la causa del Cielo e dello Stato». Retorica, politica e religione nei Panegirici sacri del Tesauro (2012). Presso Aragno è uscita la sua edizione del Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia (2011, con un saggio di Alice Raviola). Ha inoltre curato un’edizione dell’Atteone di Marino (Casaccia Editore, 2015). Attualmente studia le Rime di Curzio Gonzaga. Nicolò Maria Fracasso vive ad Aosta, dove è professore di lettere in un liceo. Ha studiato all’Università di Torino, dove si è laureato con una tesi sulla metrica del XIV dell’Inferno. Autore di saggi, in rivista e in volume, su questioni di iconografia dantesca, su Pietro Fortini e sull’Europa e l’Atteone di Marino, i suoi attuali interessi di studio sono rivolti all’idillio barocco e alla poesia celebrativa della battaglia di Lepanto.