«In ogni caso, sempre a rovescio». L'opera narrativa di Mario Lattes

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978-88-6274-113-2
16,00 €
Autore: Francesco Mereta
Isbn: 978-88-6274-113-2
Collana: L'infinita durata. Saggi e testi di letteratura italiana / ISSN 2612-3010
«In ogni caso, sempre a rovescio». L'opera narrativa di Mario Lattes
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-113-2
Numero in collana19
CollanaL'infinita durata. Saggi e testi di letteratura italiana / ISSN 2612-3010
AutoreFrancesco Mereta
Pagine202
Anno2009
In ristampaNo
Descrizione«In ogni caso, sempre a rovescio». L'opera narrativa di Mario Lattes
Nota ● “Ma lavorare non è esatto / e neanche vivere” ● Tra meraviglia e angoscia: l’universo narrativo di Mario Lattes ● “I sogni che faccio sono sempre gli stessi” ● Guanti, rubli e franchi d’oro ● “Ma come sto va benissimo. Nella guerra mi sono fatto un buco” ● “Tutto cominciò con la costruzione del muro” ● Burattini, bambole e marionette ● Il nome che non torna ● Un destino da insetto ● Cora: l’archetipo della donna cattiva ● Nostalgia del Ghetto: in fuga dalla vita ● L’inetto tra guerra e dopoguerra ● Agur nel deserto ● Racconti del doppio ● “In questa città assassinata / la pietra dei marciapiedi non risuona più” ● Riferimenti bibliografici
Il pessimismo, l’ironia, lo sguardo lucido e disincantato sono i tratti più autentici della personalità e della narrativa di Mario Lattes. Il suo immaginario è fatto di visioni e ossessioni che si dibattono sugli stessi nodi, sugli stessi punti incerti e instabili, sempre in bilico tra angoscia e meraviglia, tra il caos e il tentativo di ristabilire un ordine che si è perduto e non si può ricomporre. Più che su ciò che è immediatamente visibile, lo sguardo di Lattes è concentrato su quanto traspare per barlumi, si rivela per simbolo, tra le crepe e le fratture della vita, nel solco di ferite non rimarginate e sempre suscettibili di essere riaperte. “Anch’io invento, del resto. Questo non è un romanzo, è una confessione”, dice il narratore de L’incendio del Regio. Ma è una confessione che vuole insistere sul non detto e non fatto, su ciò che cade nell’ombra dell’esistenza, nel silenzio, nello spazio bianco tra le righe.
Francesco Mereta si è laureato in Lingua e Cultura Italiana a Vercelli, presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Attualmente è iscritto al dottorato di ricerca in Lingua e Letteratura delle regioni d’Italia presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. È redattore della rivista Letteratura e dialetti.