«Mirabilia»

Gli effetti speciali nelle letterature del Medioevo, Atti delle IV Giornate Internazionali interdisciplinari di Studio sul Medioevo
Curatore: Francesco Mosetti Casaretto e Roberta Ciocca
Isbn: 978-88-6274-557-4
Collana: Ricerche Intermedievali / ISSN 2039-358X
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Gli effetti speciali nelle letterature del Medioevo, Atti delle IV Giornate Internazionali interdisciplinari di Studio sul Medioevo
«Mirabilia»
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-557-4
Numero in collana07
CollanaRicerche Intermedievali / ISSN 2039-358X
CuratoreFrancesco Mosetti Casaretto e Roberta Ciocca
PagineXVIII-542
Anno2014
In ristampaNo
Descrizione«Mirabilia»
F. Mosetti Casaretto, Mirabilis effectus • M. Manca, Gli specchi ustori di Archimede: una «science fiction» prima della «science fiction» • A. Bisogno, Il lessico del meraviglioso nella speculazione patristica e altomedievale • C. Mazzucco, I «mirabilia» nel «De civitate Dei» di Agostino • F. Mosetti Casaretto, Appunti per una poetica medievale dell’«effetto speciale» • R. Ciocca, «Mirabilia» come «messaggio politico»: Teodulfo d’Orléans • J.-Y. Tilliette, «Technopaegnia». Les jeux poétiques de la lettre et du sens • F. Stella, Poesie computistiche e meraviglie astronomiche: sull’«horologium nocturnum» di Pacifico • R. Caprini, Il pericolo dei viaggi per mare. Tra mostri marini e gorghi del Mare del Nord • M. Cataldi, La funzione dei «mirabilia» nella «Topographia Hibernica» di Giraldo Cambrense • F. Otta, «Iter puerorum»: «mirabilia» e stupore popolare • T. Braccini, «Questa porta è l’Eden»: una rivolta nel Palazzo di Costantinopoli e gli «effetti speciali» di Nicola Mesarita • C. Donà, Meraviglie e meraviglioso nella tradizione arturiana • T. Pacchiarotti, Il «meraviglioso» materiale nei romanzi di Chrétien de Troyes (con particolare riferimento all’«Yvain» e al «Jaufre») • V. Orazi, Funzioni del metareale e del soprannaturale nella letteratura (spagnola) del Medioevo • L. Kovacs, The Special Effects in the Majorcan Llabrés Manuscript (Ms. 1139 Biblioteca de Catalunya) and in Late Medieval Catalan Drama • S. Pietrini, Nell’inferno del teatro: lo spettacolo della crudeltà nella «Visio Thurkilli» di Ralph of Coggeshall • C. Guerzi, «Effetti speciali» e retorica figurativa nelle immagini delle confraternite laiche medievali. Varianti emiliane • E. Giaccherini, Bleeding Wafers and Marvellous Jews. The Profanation of the Host on the Late-Medieval European Stage • M. Ryzhic, Basilisco e dragone vs vipera: la propensione verso il meraviglioso nella scelta di nomi di rettili nei volgarizzamenti giudeo-italiani della Bibbia • G. d’Onofrio, Lo «stupore» della teologia in Dante • M. Montesano, I «mirabilia» del Milione • L. Radif, Effetto greco fine Quattrocento • G. Peron, Iperbole e meraviglioso nella «Guerra d’Attila» di Niccolò da Casola
Qual è la funzione letteraria del ricorso agli «effetti speciali» nel Medioevo? Perché anche la letteratura medievale ha i suoi effetti speciali; anzi, a ben guardare, ne è piena. Non solo i miracoli dei santi, ma anche i prodigi, i portenti, le ordalie, gli artifici sempre più complessi delle sacre rappresentazioni, gli animali parlanti e protagonisti di gesta epiche o di saghe, le iperboli dell’epica, le strategie retoriche del latino isperico o della scinderatio, l’immaginario esotico del viaggio, i mostri, gli effetti «nuovi» di rima e ritmo nella poesia, la stessa liturgia… Insomma, tutto o quasi, nel Medioevo, sembra voler trascendere la realtà, la normalità del vivere, l’oggettività dell’esistenza quotidiana. Perché? A cosa si deve questa propensione verso l’impossibile e lo straordinario? C’è un legame strategico che lega la nostra, moderna, cinematografica necessità di fare uso degli effetti speciali all’evidente necessità del Medioevo di fare altrettanto con i mezzi che aveva a disposizione oppure i due ambiti sono radicalmente diversi e partono da cause diverse? «Ricerche Intermedievali» fa il punto sui grandi interrogativi della cultura medievale, sgombrando il campo da ogni pregiudizio. Studiosi di diversa estrazione (tardo-antichisti, mediolatinisti, romanisti, germanisti, bizantinisti, umanisti, filosofi, semiologi, storici, storici dell’arte, etc.) qui confrontano opinioni, prospettive e informazioni per «conoscere il Medioevo attraverso i Medioevi» e ridurre per via interdisciplinare paradossi e distanze della cosiddetta «Età di Mezzo».