Il pentimento amoroso

Sku
978-88-6274-911-4
18,00 €
Curatore: Luisella Giachino
Autore: Luigi Groto
Isbn: 978-88-6274-911-4
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
Il pentimento amoroso
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-911-4
Numero in collana108
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreLuigi Groto
CuratoreLuisella Giachino
PagineII-194
Anno2019
In ristampa
DescrizioneIl pentimento amoroso
Dopo l’edizione della Calisto si pubblica qui la seconda pastorale di Luigi Groto. Sono due opere con molti aspetti formali in comune, ma se nella Calisto si inscenava il desiderio che gli dèi hanno di noi terrestri, in questa il Cieco d’Adria indaga le sfaccettature dell’amore umano. Era dunque quantomai opportuno che all’edizione dell’una seguisse l’altra. Messo in scena ad Adria nel 1565 e stampato per la prima volta nel 1576, primogenito dunque rispetto all’Aminta tassiana, il Pentimento amoroso è una pastorale raffinatissima. Si apre con il contrasto fra due pastori che amano la stessa ninfa e si svolge in un’Arcadia, da cui l’autore scrive di essere da poco tornato, tutt’altro che felice, dominata anzi da passioni così forti ed esacerbate da costeggiare la tragedia. Percorre il Pentimento un climax che dalla gelosia degli amanti rivali, passa per l’amore-follia della sconcertante Filovevia, e arriva all’odio aspro e mortale di Ergasto, i due personaggi antitetici e complementari (come Eco e Narciso) destinati a congiungersi nel finale. Per Groto, cieco pressoché dalla nascita, i sensi non permettono di attingere alla verità: per districarsi nella selva incomprensibile del cuore umano, dove ogni certezza è abolita, l’errore è sempre in agguato e tutto è sottomesso all’interpretazione, i pastori del Pentimento cercano a volte sicurezza nella magia, ma soprattuttto nella retorica, in un dispiegamento di eloquenza che fa di questi personaggi dei maestri nel destreggiarsi fra i vari generi del discorso e in parte spiega l’enorme fortuna di quest’opera nel teatro barocco francese ed elisabettiano.

Luisella Giachino insegna Letteratura Italiana all’Università di Torino. Specialista di Cinquecento e Seicento, si è occupata di poesia lirica e sacra, di romanzo barocco, di predicazione, di poema eroico, di pubblicistica funebre. Presso Olschki è uscito il volume Giovan Leone Sempronio tra lusus amoroso e armi cristiane (2002). Per i tipi di Nino Aragno ha curato l’edizione del Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia (2011). Ha inoltre curato un’edizione dell’Atteone di Giovan Battista Marino (Casaccia Editore, 2015). Con le Edizioni dell’Orso ha pubblicato «Amore è Maggio che non corre a verno». Cinque saggi su lirici barocchi (2004); «Al carbon vivo del desio di gloria». Retorica e poesia celebrativa nel Cinquecento (2008); Bibliografia degli scritti di Maria Luisa Doglio (2011, insieme a Clara Leri); «Per la causa del Cielo e dello Stato». Retorica, politica e religione nei Panegirici sacri del Tesauro (2012); l’edizione del poema sacro di Antonio Glielmo, Il diluvio del mondo (2016) e la Calisto di Luigi Groto. Sta preparando un’edizione commentata dell’Umore di Bartolomeo Taegio.