Il Signore degli Animali

Sku
978-88-6274-852-0
50,00 €
Un repertorio iconografico tra Antico e Moderno
Curatore: Antonio Invernizzi, Paola Piacentini
Isbn: 978-88-6274-852-0
Collana: Mnème. Documenti, culture, storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico / ISSN 2611-5247
Quick Overview
Un repertorio iconografico tra Antico e Moderno
Il Signore degli Animali
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-852-0
Numero in collana11
CollanaMnème. Documenti, culture, storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico / ISSN 2611-5247
CuratoreAntonio Invernizzi, Paola Piacentini
PagineVI-350
Anno2018
In ristampaNo
DescrizioneIl Signore degli Animali
Il Signore degli Animali è una composizione in cui una figura centrale è collocata come asse di simmetria, ora rigorosa ora più libera, tra due Animali che la fiancheggiano. Il significato di questa figurazione araldica muta in funzione della valenza simbolica dell’icona, che è affidata all’atteggiamento del Signore e degli Animali, e che varia a seconda delle civiltà e delle epoche in cui gli artisti hanno elaborato il motivo. Sia il Signore sia gli Animali assumono identità diverse. La figura che domina gli Animali può essere un personaggio divino, umano, mitologico oppure un altro Animale, o anche apparire in una forma aniconica che realizza nel modo più evidente il senso simbolico della figurazione. Ma il rapporto tra Signore e Animali può rovesciarsi, e questi ultimi minacciano allora il Signore. L’icona ha diffusione universale. Le sue norme iconografiche fondamentali sono definite nella Mesopotamia protourbana alla fine del IV millennio a.C., ed esprimono in origine il complesso rapporto, ora positivo ora negativo, della Società civile con la Natura. I caratteri formali sono in seguito variati e arricchiti nelle arti di tutte le civiltà dell’Antico Oriente, le quali trasmettono al mondo egeo formule compositive e principi espressivi. L’Antichità greco-romana elabora soggetti significanti per dèi ed eroi, ma anche versioni di prevalente valore decorativo. Nell’Oriente medievale e moderno, l’Islam ridurrà il repertorio figurativo delle manifestazioni artistiche, ma conserverà un posto al motivo. Il soggetto sarà invece di uso comune nell’iconografia elaborata dal Buddismo dall’India alla Cina, soprattutto nella rielaborazione dell’immagine di presentazione di Buddha e Bodhisattva seduti su un trono sostenuto o affiancato da Animali. In Occidente, il Cristianesimo sfrutterà regolarmente le possibilità espressive e simboliche del motivo, che diverrà metodo privilegiato per la rappresentazione di personaggi come il Buon Pastore o Daniele nella fossa dei Leoni, e lo trasmetterà al Medioevo. La decorazione delle chiese romaniche farà ampio ricorso a questa tematica figurativa. L’arte moderna e contemporanea invece perderà poi progressivamente interesse per i valori espressivi dell’icona, che tuttavia sarà rivisitata episodicamente soprattutto in contesti decorativi.
Antonio Invernizzi è professore emerito dell’Università di Torino e socio nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino. Ha diretto missioni archeologiche a Seleucia al Tigri (Iraq) e Nisa Partica (Turkmenistan), e ha studiato diversi aspetti dell’interscambio culturale tra Est e Ovest nell’Antichità, soprattutto in relazione con i fenomeni di diffusione della cultura classica nell’Asia ellenizzata. Ha inoltre svolto ricerche sulla storia delle prime scoperte archeologiche in Oriente ad opera dei viaggiatori europei tra Quattrocento e Settecento. Paola Piacentini è archeologo orientalista specialista in archeologia e storia dell’arte del Vicino e Medio Oriente. Ha studiato tematiche connesse al mondo mesopotamico e iranico, approfondendo anche forme di continuità e interscambio culturale tra Oriente e Occidente con particolare riguardo all’arte imperiale iranica.