La Calisto

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978-88-6274-865-0
22,00 €
Curatore: Luisella Giachino
Autore: Luigi Groto
Isbn: 978-88-6274-865-0
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
La Calisto
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-865-0
Numero in collana106
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreLuigi Groto
CuratoreLuisella Giachino
PagineII-206
Anno2018
In ristampaNo
DescrizioneLa Calisto
Cieco dai primi giorni di vita, Luigi Groto (1541-1585) fu uno scrittore infaticabile, tuttora poco studiato. Poeta lirico e celebre oratore, fu molto attivo nell’ambito teatrale, con commedie e tragedie (famosa è l’Adriana). Come attore interpretò, fra l’altro, il ruolo di Edipo nell’Edipo tiranno che inaugurò il Teatro Olimpico di Vicenza nel 1585. Interessato alla magia naturale, compensava la cecità con la profezia: nel 1569 suggerì ai Veneziani il punto esatto dove scavare un canale (oggi Taglio di Po) per deviare il corso del Po, che inondava di continuo campagne e paesi. Qui si pubblica una sua pastorale, che la lunga gestazione e le precoci messe in scena prima della stampa nel 1583 rendono precedente all’Aminta tassiana. Groto riprende, ibridandolo pesantemente con l’Amphitruo plautino, un mito ovidiano pochissimo frequentato nella letteratura volgare, il solo che alluda all’amore fra donne: perdutamente innamorato della ninfa Callisto, figlia del famigerato licantropo Licaone, Giove la seduce assumendo le sembianze di Diana, salvo poi accoglierla in cielo, trasformata in orsa, come costellazione che mai tramonta, l’Ursa Maior. La Calisto è dedicata al duca di Ferrara Alfonso II. Sul fondale di una Parrasia prearcadica, che sotto la penna del Cieco diviene una Parrasia padana, anzi alfonsina, Groto proietta il momento aurorale del mito bucolico, di cui sembra proporre una nascita tutt’altro che irenica, anzi perturbante e violenta. D’altro canto, con una commistione di registri vivamente manierista, inclina la sua Calisto verso la commedia e non solo diffrange i coelestia scelera presentando tre coppie (Giove/Callisto, Mercurio/Selvaggia, Febo/Isse), ma accompagna le ninfe violate al matrimonio riparatore con tre pastori.

Luisella Giachino insegna Letteratura Italiana all’Università di Torino. Specialista di Cinquecento e Seicento, si è occupata di poesia lirica e sacra, di romanzo barocco, di predicazione, di poema eroico, di pubblicistica funebre. Presso Olschki è uscito il volume Giovan Leone Sempronio tra lusus amoroso e armi cristiane (2002). Per i tipi di Nino Aragno ha curato l’edizione del Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia (2011). Ha inoltre curato un’edizione dell’Atteone di Giovan Battista Marino (Casaccia Editore, 2015). Con le Edizioni dell’Orso ha pubblicato «Amore è Maggio che non corre a verno». Cinque saggi su lirici barocchi (2004); «Al carbon vivo del desio di gloria». Retorica e poesia celebrativa nel Cinquecento (2008); Bibliografia degli scritti di Maria Luisa Doglio (2011, insieme a Clara Leri); «Per la causa del Cielo e dello Stato». Retorica, politica e religione nei Panegirici sacri del Tesauro (2012) e l’edizione del poema sacro di Antonio Glielmo, Il diluvio del mondo (2016). Attualmente cura il Pentimento amoroso di Luigi Groto.