Alla vigilia delle Crociate: Michele VII Ducas basileus ton Pomaion (1071-1078)

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978-88-3613-294-2
50,00 €
Autore: Maria Luisa Agati
Isbn: 978-88-3613-294-2
Collana: Hellenica / ISSN 1825-3490
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-294-2
Numero in collana104
SottocategoriaLetteratura bizantina
CollanaHellenica / ISSN 1825-3490
AutoreMaria Luisa Agati
PagineXII-268
Anno2022
In ristampa

Sul basileus Michele VII, detto “Parapinace”, ultimo e debole rampollo della dinastia dei Ducas che, in un momento tra i più critici della millenaria storia di Bisanzio, quando a cavallo tra il Grande Scisma e l’inizio delle Crociate si consuma irrimediabilmente il divario tra Oriente e Occidente, poco più che ventenne venne a trovarsi sul trono imperiale di Costantinopoli dal 1071 al 1078, pesa un giudizio severo o, in ogni caso, parziale. Faziosamente discreditato dalle fonti greche asservite ad altre casate e usato da quelle occidentali di parte normanna, che devono giustificare l’operato di Roberto il Guiscardo, impegnato in una lotta di rivendicazione contro i Bizantini, egli appare vittima di una storiografia impietosa che ce lo tramanda con contorni alquanto ambigui, in una sospensione tra debole incapacità e/o spietata audacia.
Il topos di una figura storica scialba, incapace e inetta, “inesistente” a detta di uno storico, topo di biblioteca seminascosto, che amava più comporre versi che governare, ha così sinora escluso Michele VII da ogni interesse scientifico di ricerca. Lo studio monografico di M. L. Agati, che si avvale della lettura delle fonti qui raccolte in modo sistematico proponendone i passi più significativi per indagare le ragioni più recondite di ogni giudizio, è il primo che cerchi di affrontare in modo completo i diversi aspetti inerenti al personaggio, al suo governo e alla sua difficile politica, estera e interna, nel tentativo di giungere ad una visione complessiva e per quanto possibile oggettiva dei fatti: con un’interpretazione libera dai clichés tradizionali che hanno offuscato l’immagi-ne di Michele, tenta di riconsegnare alla Storia una figura in qualche modo ripulita, ove possibile, dalle incrostature partigiane o tendenziose della sto-riografia medievale e dalle forzature interpretative della storiografia moderna.

Maria Luisa Agati ha insegnato Archeologia del libro manoscritto nell’Università di Roma Due e Storia e Filologia bizantina nell’Università di Chieti-Pescara. Dopo la formazione classica e le specializzazioni in Dramma Antico presso l’I.N.D.A. di Siracusa e in Paleografia greca presso la Scuola Vaticana, ha dedicato la sua carriera a indagare vari aspetti della civiltà bizantina, principalmente quello grafico-librario (paleografia e codicologia). Numerose le pubblicazioni scientifiche anche internazionali: accanto a temi sparsi come la tragedia a Bisanzio (Il De Tragoedia “barocciano”, Lovanio 2020) e studi su autori e manoscritti bizantini, si individuano filoni principali di ricerca: la storia del libro manoscritto (The Manuscript Book. A Compendium of Codicology, Roma 2017, ultimo di tre trattati di diverso livello, oltre a cataloghi di manoscritti [della Biblioteca Corsiniana, Roma 2007, e del card. Sirleto, Città del Vaticano 2022]); la minuscola libraria, specialmente dei secc. IX-X e XV-XVI, nei suoi rapporti col contesto storico-testuale-filologico e anche col mondo dei primi caratteri a stampa (la “minuscola bouletée”, Giovanni Onorio da Maglie, Pietro Devaris, Teodora Raoulena, Zaccaria Callierge); lo studio del manoscritto greco e dei suoi contenuti sotto la dominazione ottomana, con identificazioni di copisti e attribuzioni di mani.