Aspetti del plurilinguismo letterario nella Genova barocca

Miscellanea di studi


Curatore: Fiorenzo Toso
Isbn: 978-88-3613-233-1
Collana: Marginalia / ISSN 2784-9104
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Miscellanea di studi

Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-233-1
Numero in collana03
CollanaMarginalia / ISSN 2784-9104
CuratoreFiorenzo Toso
Pagine148
Anno2022
In ristampaNo

Lo spazio letterario ligure-genovese nel sec. XVII è interessato da vicende linguistiche complesse, che pongono una serie di problemi interpretativi: ha senso, ad esempio, parlare di una “letteratura ligure”, oppure occorre parlare di diverse letterature co-presenti nello stesso ambito culturale? Ma di quale ambito culturale si tratta se è palpabile la consistenza di esperienze che facendo riferimento a precise categorie di “genovesità” si allargano poi a una dimensione transnazionale? Il plurilinguismo si presenta più che mai, nel caso della Genova barocca, come chiave di lettura indispensabile per interpretare la rete di connessioni letterarie e artistiche che caratterizzano una realtà sociale e culturale complessa: se l’attenzione a linguaggi diversi che si incontrano, si confrontano, si intersecano e si contaminano fa ormai parte di una prassi consolidata in altri ambiti della ricerca umanistica, il retaggio nazionalistico sotteso alla definizione della letteratura come manifestazione di “identità” continua a impedire una lettura più aggiornata della circolazione delle lingue e dei testi. Questa raccolta di saggi non nasce per suggerire soluzioni a questi problemi di metodo e di sostanza, ma propone una serie di esempi utili a sottolineare la varietà del panorama linguistico genovese e ligure nella prima metà del Seicento, attraverso richiami puntuali a opere diverse per importanza, tipologia, ambizioni e collocazione all’interno di una dimensione che trascende una definizione ristretta di “letteratura”. E il valore esemplare della proposta sta proprio nella pluralità degli strumenti linguistici di volta in volta adottati, che mostra non solo la loro compresenza nello “spazio culturale” e comunicativo che qui interessa, ma anche la loro versatilità e irriducibilità a specifiche funzioni: l’uso “alto” del genovese nella pratica dell’oralità elaborata, così, è lo sfondo sul quale questa lingua appare accreditata come strumento essenziale di rappresentazione letteraria dell’ideologia di una classe dirigente che pure pratica abbondantemente l’uso scritto del toscano, e che non rinuncia affatto alle opportunità offerte dallo spagnolo, veicolo internazionale di comunicazione.

Saggi di Tancredi Artico, Anomalia e coerenza nel sistema eroico di Ansaldo Cebà; Carlo Bitossi, Una “lettera orba” di Andrea Spinola in castigliano, 1615; Marta Galiñanes Gallén, Le poesie in lingua spagnola negli Applausi per l’elezione del serenissimo Agostino Pallavicino, 1638; Giuseppe Guarracino, Una novella del Seicento genovese: Alboino e Rosimonda di Anton Giulio Brignole Sale; Giacomo Montanari, La città dei miracoli. La società dei Palazzi dei Rolli e della Genova barocca attraverso gli occhi di Pietro Paolo Rubens; Fiorenzo Toso, Tra encomio privato e celebrazione pubblica: Balin ambasciao dri pescuei a ro Serenissimo Zorzo Centurion di Gian Giacomo Cavalli; Polemiche linguistiche nella Taggia del secolo XVII.