Carteggio (1930-1976)

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978-88-6274-691-5
18,00 €
Curatore: Aurora Firța
Autore: Carlo Bo, Dragoş Vrânceanu
Isbn: 978-88-6274-691-5
Collana: La colonna infinita / ISSN 1828-809X
Carteggio (1930-1976)
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-691-5
Numero in collana13
CollanaLa colonna infinita / ISSN 1828-809X
AutoreCarlo Bo, Dragoş Vrânceanu
CuratoreAurora Firța
PagineIV-296
Anno2016
In ristampaNo
DescrizioneCarteggio (1930-1976)
L’amicizia tra il critico letterario e rettore dell’Università di Urbino Carlo Bo (1911-2001) e il poeta, italianista e mediatore culturale romeno Dragoş Vrânceanu (1907-1977) nacque a Firenze, ai tempi quando entrambi frequentavano i corsi della Facoltà di Lettere e Filosofia, e continuò fino agli anni settanta del secolo passato. I due si incontrarono anche negli anni quaranta, sessanta e settanta, a Milano, a Urbino e a Firenze. Ad eccezione dei soggiorni italiani del romeno, i destini dei due intellettuali si svolsero, soprattutto dopo la seconda guerra, in due mondi opposti: l’Europa occidentale e il lager comunista. Le epistole del presente Carteggio rendono testimonianza della loro amicizia e mettono in risalto la sua dimensione intellettuale e umana. Le loro vite furono segnate dall’ultima parte del periodo fascista in Italia, dalla seconda guerra mondiale e, nel caso di Vrânceanu, dai quasi tre decenni di dittatura comunista in Romania. Le carte raccontano le passioni giovanili per la lettura e per le bellezze della vita, i libri, i viaggi, gli amori, le esperienze, le delusioni, le perdite, le tragedie, l’arduo lavoro nel campo delle lettere, le persecuzioni subite dal romeno negli anni cinquanta e la sua ripresa degli anni sessanta dovuta a Carlo Bo. L’avventura umana di Dragoş Vrânceanu, così come si legge nelle pagine del presente Carteggio, è esemplare per un certo tipo di intellettuale romeno del secolo passato. Travolto dal regime totalitario, il poeta romeno trovò un modus vivendi, con l’aiuto di Carlo Bo e degli amici italiani, che gli permise di svolgere la sua attività di poeta, giornalista e mediatore culturale tra l’Italia e la Romania.

Aurora Firța è ricercatrice presso il Dipartimento di Linguistica Romanza, Lingue e Letterature Iberoromaniche e Italiano dell’Università di Bucarest, dove insegna letteratura italiana e scienze della traduzione. Dal 2014 coordina progetti culturali e accademici nel campo delle scienze umanistiche per l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e, in quanto tale, è responsabile del Lettorato di Lingua, Cultura e Letteratura Romena dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La sua ricerca verte sulla poesia italiana dei secoli XIX e XX (Leopardi în secolul XX. Cazul Quasimodo, Institutul European, Iaşi 2013), sui rapporti letterari e culturali tra la Romania e l’Italia nel XX secolo e sulle problematiche della traduzione dei testi poetici dall’italiano al romeno. Ha tradotto in romeno poesie di Giorgio Caproni (Poesie – Poezii, prefazione di Biancamaria Frabotta, Humanitas, Bucarest 2014).