Cavalieri erranti

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978-88-6274-195-8
25,00 €
Gli spiemontizzati nel declino degli antichi regimi
Autore: Giovanni Pagliero
Isbn: 978-88-6274-195-8
Collana: Mnemosyne
Quick Overview
Gli spiemontizzati nel declino degli antichi regimi
Cavalieri erranti
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-195-8
Numero in collana04
CollanaMnemosyne
AutoreGiovanni Pagliero
PagineIV-262
Anno2010
In ristampaNo
DescrizioneCavalieri erranti
Introduzione ● Dall’isola ai continenti ● Periferie sabaude: L’Accademia Fossanese e l’Arcadia degli Innominati di Bra ● Giudizi d’oltremanica: Italiani e piemontesi nelle pagine di Giuseppe Baretti ● Torino, Berlino, Parigi: Letteratura e potere in Carlo Denina ● Nei dintorni di Alfieri: Religione, regalismo e teatro nel Piemonte tardosettecentesco ● Denuncia e rivolta, o viaggio senza ritorno: Le favole di Edoardo Calvo e i manoscritti di Carlo Vidua ● Indice dei nomi
In un quadro composito — ove trascorrono, in eterogenea compagnia, i vissuti e gli scritti di Giuseppe Baretti, dell’abate Carlo Denina (morto bibliotecario di Napoleone), del conte di Orbassano, del diplomatico Carlo Bossi, del giacobino Edoardo Calvo e del viaggiatore Carlo Vidua, perito nelle lontane Molucche — i saggi raccolti nel presente volume tratteggiano, variamente illuminandoli, alcuni segmenti dell’inquieta “ricerca” degli spiemontizzati evocati da Carlo Dionisotti: autori tra loro distanti per provenienza e orientamenti, ma accomunati dall’abbandono della Torino sabauda, dall’esperienza (forse) volontaria di un esilio/fuga e dall’arduo contatto con l’Europa illuminista — Londra Berlino Parigi, specialmente — o postrivoluzionaria. Se Alfieri rimane, di quella tendenza, figura cardine e tutelare, emblematica e originalissima a un tempo, altri percorsi trovano evidenza nell’indagine critica degli scorsi decenni, suggerendo l’ipotesi di un diffuso concorso all’europeizzazione del Piemonte, alla ridefinizione del suo rapporto politico-culturale con la penisola e con la Francia, e in qualche misura alla gestazione del risorgimento senza eroi amato da Piero Gobetti: nel contesto di una pratica del letterario fortemente reattiva all’attualità (dei governi, del costume, della religione), intrisa di fermenti ideologici e/o ideali e incline alla sperimentazione di una gamma di generi che spazia dall’epistolare alla poesia, e dalla saggistica al teatro e al giornalismo.
Giovanni Pagliero (Torino, 1953) è docente nei Licei e ha svolto attività di cultorato nell’ambito dell’italianistica presso l’Università di Torino. Attualmente presiede la circoscrizione torinese di Lingotto. Autore di vari studi sulla cultura settecentesca e di una monografia su Risbaldo Orsini d’Orbassano (Centro Studi Piemontesi), ha collaborato alla Storia della società italiana (Teti), alla Storia di Torino (Einaudi), alla cura delle Rime di Ugo Foscolo (Feltrinelli) e ai periodici “Crocevia”, “Eco”, “Letteratura italiana contemporanea”, “Lettere italiane”, “Rivista di storia e letteratura religiosa” e “Studi piemontesi”. Ha inoltre curato per l’editore Lubrina la riedizione in due volumi delle Lettere di un viaggiatore filosofo di Carlantonio Pilati.