Discorso dell'alicorno

Sku
978-88-3613-002-3
17,00 €
Curatore: Luisella Giachino
Autore: Andrea Bacci
Isbn: 978-88-3613-002-3
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
Discorso dell'alicorno
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-002-3
Numero in collana113
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreAndrea Bacci
CuratoreLuisella Giachino
Pagine148
Anno2019
In ristampaNo
DescrizioneDiscorso dell'alicorno
Sullo sfondo della nascita delle scienze naturali e del moltiplicarsi di opere, spesso magnificamente illustrate, sugli animali e le piante, anche del Nuovo Mondo, nel secolo in cui i principi facevano follie per procurarsi un corno di unicorno da esibire nei loro gabinetti di curiosità e mirabilia, il Discorso di Andrea Bacci trae occasione dalle discussioni sorte in casa Medici intorno a una tazza di corno di unicorno giunta in dono a Cosimo I dall’Oriente. Botanico illustre, idrologo di fama (celebre è il trattato sul Tevere), filosofo, medico, specialista di terme e di litoterapia, ma anche di vini, su cui scrisse un’opera fondamentale, Andrea Bacci è una figura di alto livello nella storia della scienza del ‘500. Il suo Discorso dell’alicorno (uscito nel 1573, ristampato nel 1582 e nel 1587 e tradotto in latino nel 1598), nasce in realtà come risposta polemica a quello Contra la falsa opinione dell’alicorno di Andrea Marini del 1566. Citatissima e molto saccheggiata fino al Settecento, scritta negli anni dell’allestimento dello Studiolo, l’opera del Bacci è emblematica dei vivaci interessi di Francesco I de’ Medici per le scienze naturali. Nella prima parte del Discorso egli discute se l’unicorno, «fera incognita in queste bande» esiste o no: esiste sicuramente, benché rarissimo, e «per certo non passerà molto tempo che, venuto che sarà a notizia meglio quel paese, per deserto che sia e inaccessibile, dove nasce questo animale, aremo dell’animale ancora intera certezza». Nella seconda parte, attraverso la ricognizione critica di tutte le fonti disponibili, antiche e moderne, dalla Bibbia a Cadamosto, indaga che bestia sia l’unicorno distinguendolo dal rinoceronte, dall’orige, dal narvalo, dall’onagro, dal bufalo indiano e dagli altri animali cornigeri, e poi stila un inventario dei corni certamente autentici di cui è a conoscenza (una decina in tutto). Nella terza parte studia virtù, proprietà e impiego contro i veleni e altre malattie del corno. Lontano da qualunque lettura allegorica, spiritualistica o alchemica (quella della Dame à la licorne e del Medioevo simbolico per intenderci), Bacci è qui solidamente ancorato a Galeno e Avicenna. Profondamente convinto dell’esistenza dell’unicorno è più cauto sul suo impiego in medicina: contraffazioni dei ciarlatani a parte, gli attribuisce un valore terapeutico non diverso da quello del corno di cervo, delle terre sigillate, dei coralli, e di altri rimedi infinitamente meno costosi e di largo impiego. L’edizione qui offerta in veste filologicamente accertata, introdotta e riccamente annotata, riproduce il testo del 1582, che contiene due fondamentali capitoli aggiunti alla princeps del 1573. In Appendice è riprodotto, fra l’altro, il Discorso del Marini del 1566.

Luisella Giachino insegna Letteratura Italiana all’Università di Torino. Specialista di Cinquecento e Seicento, si è occupata di poesia lirica e sacra, di romanzo barocco, di predicazione, di poema eroico e sacro, di pubblicistica funebre. Per Olschki è uscito il volume Giovan Leone Sempronio tra lusus amoroso e armi cristiane (2002). Per i tipi di Nino Aragno l’edizione del Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia (2011). Con le Edizioni dell’Orso ha pubblicato «Amore è Maggio che non corre a verno». Cinque saggi su lirici barocchi (2004); «Al carbon vivo del desio di gloria». Retorica e poesia celebrativa nel Cinquecento (2008); «Per la causa del Cielo e dello Stato». Retorica, politica e religione nei Panegirici sacri del Tesauro (2012); e ha curato diverse edizioni del poema sacro di Antonio Glielmo, Il diluvio del mondo (2016); delle due pastorali di Luigi Groto La Calisto (2018) e Il pentimento amoroso (2019) e del dialogo di Bartolomeo Taegio, L’umore (2019).