Effectus mirabilis

Sku
978-88-3613-348-2
40,00 €

Medioevo e cinepoetica dello stupore


Curatore: Francesco Mosetti Casaretto
Isbn: 978-88-3613-348-2
Collana: Ricerche Intermedievali / ISSN 2039-358X
Quick Overview

Medioevo e cinepoetica dello stupore

Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-348-2
Numero in collana14
SottocategoriaFilologia romanza, Letteratura latina, Testi letterari medievali
CollanaRicerche Intermedievali / ISSN 2039-358X
CuratoreFrancesco Mosetti Casaretto
PagineXIV-366
Anno2023
In ristampaNo

Si può sostenere che la letteratura medievale abbia fatto uso di «effetti speciali»? La questione, oltre che anacronistica, sembra paradossale. Quella di «effetto speciale», infatti, è un’etichetta specifica, nata con il cinema e del cinema di esclusiva pertinenza. E tuttavia, in qualche modo, gli «effetti speciali» sono preesistiti alla loro definizione: nella forma invisibile di un desiderio immaginario, che si è progressivamente «avverato» attraverso vari tentativi di approssimazione al reale. Il «cinema mentale», del resto, è conosciuto da sempre; e l’Uomo del Medioevo è un homo imaginarius, che vive in una civiltà del meraviglioso: esprime continuamente testi con cui cerca strategicamente di illudersi e dove la descrizione di mirabilia in movimento sembra condividere con il cinema una medesima poetica dello stupore. Allora, forse, esiste un denominatore comune, che unisce al Medioevo non tanto il cinema, né i suoi peculiari effetti speciali, ma l’istanza di effetti speciali del cinema all’istanza di «effetti speciali» del Medioevo: ed è l’aspirazione a raggiungere livelli di meraviglia e di incanto assoluti. «Ricerche Intermedievali» fa il punto sui grandi interrogativi della cultura medievale, sgombrando il campo da ogni pregiudizio. Studiosi di diversa estrazione (tardo-antichisti, mediolatinisti, romanisti, germanisti, bizantinisti, umanisti, filosofi, semiologi, storici, storici dell’arte, etc.) qui confrontano opinioni, prospettive e informazioni per «conoscere il Medioevo attraverso i Medioevi» e ridurre per via interdisciplinare paradossi e distanze della cosiddetta «Età di Mezzo».