ISBN | 978-88-3613-185-3 |
---|---|
Numero in collana | 35 |
Sottocategoria | Letteratura greca |
Collana | Culture Antiche. Studi e testi / ISSN 1824-243X |
Autore | Sabina Castellaneta |
Pagine | VIII-100 |
Anno | 2021 |
In ristampa | No |
Della permanenza e della morte di Euripide presso la corte del re di Macedonia Archelao, che sullo scorcio del quinto secolo diede impulso a una politica culturale accogliente nei confronti di poeti e artisti provenienti da tutto il mondo greco, siamo informati da una messe di fonti in prevalenza tarde o frammentarie. Della storicità, della matrice e della collocazione temporale di tale soggiorno o, come si prova ad argomentare anche sulla scorta del confronto con la Vita antica di Eschilo, del duplice soggiorno macedone del poeta si discute nella prima parte di questo studio. Punto di partenza dell’indagine è il perduto Archelao, composto da Euripide allo scopo di costruire un mito di fondazione autenticamente greco a beneficio dell’omonimo sovrano, cui andranno accostati il Temeno e i Temenidi, dei quali non restano che esigui lacerti: nodale, ai fini del discorso condotto in queste pagine, è la riconsiderazione dell’intricata questione relativa all’esistenza di una ‘trilogia macedone’ e alla vicenda compositiva, articolata in due possibili redazioni, dell’Archelao. Gli effetti che le soluzioni suggerite sortiscono sulla sistemazione dell’ultima produzione ateniese – con particolare riferimento alle Fenicie e all’Antiope – e della trilogia postuma del tragediografo sono esplorati nella seconda parte della monografia: il caso delle Baccanti, incentrate sul conflitto tra le spinte identitarie di un intransigente re greco e le contaminazioni allotrie che provengono da un invincibile dio straniero, è in special modo discusso quale possibile esempio di dramma concepito per differenti audiences. Diverse, dunque, le declinazioni della reperformance della tragedia euripidea indagate, in relazione alla permanenza del poeta in Macedonia, attraverso esemplari casi di studio e sul fondamento di un complesso di dati, dalla critica in vario modo valutato, che si tenta qui di ricomporre per contenere il naufragio di una pagina di letteratura e di storia perduta.
Sabina Castellaneta è ricercatrice di Lingua e letteratura greca presso l’Università di Bari. Tra le sue pubblicazioni la monografia Il seno svelato ad misericordiam. Esegesi e fortuna di un’immagine omerica (Bari, Cacucci Editore, 2013) e vari contributi su epica omerica, lirica stesicorea, tragedia euripidea e sulle Digital Scholarly Editions.