Fasi di luna

Ricordata in Paraguay come la figura più rappresentativa del panorama culturale del XX secolo, Josefina Plá si mosse sempre lungo sentieri poco o per nulla battuti, attenta non solo alla storia della cultura spagnola, ma anche alla presenza di quella guaraní nei più svariati campi, dall’arte all’artigianato, dal folclore alla lingua e allo stile di vita di un paese fondamentalmente meticcio. E meticci sono in prevalenza i personaggi dei suoi Racconti della terra, che offrono un quadro realistico e spesso drammatico della vita quotidiana, soprattutto delle donne, dalla fine della Guerra della Triplice Alleanza (1865-1870) fino alla seconda metà del Novecento. Cruda e allo stesso tempo empatica, impietosa ma anche ironica, Josefina Plá rivela al lettore l’animo quasi eroico, tanto si mostra forte nelle avversità, di donne costrette a vivere in una società che le opprime, le costringe al silenzio, le umilia. Nei Racconti simbolici e fantastici lo stile della scrittrice, in genere così legata alla realtà circostante, acquista connotazioni oniriche e surreali. In luogo dell’attenzione ai drammi quotidiani troviamo una narrazione simbolica e densa di riflessioni esistenziali: il conflitto tra volontà e corpo; l’importanza decisiva che il contributo inconsapevole dei singoli può assumere per l’affermazione di ideologie totalizzanti e distruttive; l’angoscia di affrontare la vita paradossalmente espressa attraverso il monologo di un feto che rifiuta di uscire dal grembo materno; l’ineluttabilità della morte.