| ISBN | 978-88-3613-640-7 |
|---|---|
| Numero in collana | 03 |
| Sottocategoria | Storia dell'arte |
| Collana | Le lingue delle arti. Saggi di storia, lettere, arte e spettacolo del Dottorato in Digital Humanities ISSN 3034-8293 |
| Autore | Mariaelena Floriani |
| Pagine | XII-196 |
| Anno | 2025 |
| In ristampa | No |
Il Cinquecento dimenticato. Dalle carte di Roberto Longhi è uno scritto che aspira a ciò che esiste di più simile a un romanzo storico longhiano capace di raccogliere quanto, la più autorevole voce della storia dell’arte italiana del Novecento ha lasciato su un secolo apparentemente rimosso dalla sua produzione. Dal primo sguardo posato sui documenti, si comprende come questo romanzo sia, in realtà, fallimentare: un antiromanzo piuttosto, per la sua astrutturalità, fatta di pensieri partoriti e abortiti nello stesso giorno su lacerti di carta azzurra. Il volume raccoglie rilevanti testimonianze manoscritte per confrontarle con ciò che dell’opera edita di Longhi si poteva ricavare sul Cinquecento. Molti interrogativi hanno guidato la ricerca. Tuttavia, il primo e irrinunciabile quesito era quello che portava a sondare il Cinquecento delle scritture segrete di Roberto Longhi a Villa il Tasso. Pareva cruciale capire come egli riordinasse quanto accaduto nella Toscana dei manieristi da Andrea del Sarto alle esperienze dello Studiolo di fine secolo e parimenti, come concepisse astratti recipienti critici – quali ‘maniera’, ‘manierismo’ e ‘barocco’ sul crinale tra Cinque e Seicento – ferocemente discussi tra Italia e Germania per almeno mezzo secolo. La risposta giace su carte staccate, riscritte e corrette; su pagine di taccuini vergate in stenografia durante un viaggio, rotocalchi ingialliti, schizzi di opere viste, osservate, amate. Tutti materiali distanziati gli uni dagli altri magari da anni di riflessione: ripresi dietro stimolo di una mostra, di un libro da recensire o alla luce di un quadro ritrovato. Il privilegio coincide con il metodo adottato nella ricerca: guardare ciò che lui ha guardato e leggere ciò che lui ha letto mentre scriveva e disegnava su queste carte. Lentamente e come da un inchiostro invisibile traspare il disegno di un secolo dimenticato.
Mariaelena Floriani è Global PhD Candidate presso l’Università degli Studi di Genova e la St Andrews University, con un progetto che mira al ritrovamento del maggior numero di opere della perduta collezione di Niccolò Gaddi (1537-1591). Dopo la maturità classica e gli studi presso il Conservatorio F.A Bonporti di Trento, Floriani consegue una laurea triennale in storia dell’arte alla Sorbona di Parigi. All’Università degli Studi di Torino, si laurea con una tesi magistrale sugli affreschi cinquecenteschi custoditi alla Villa di Fontallerta di Firenze (Premio ADSI 2022). Tra il 2022 e il 2024 si specializza presso l’Università degli Studi di Genova ed è borsista della Fondazione Roberto Longhi di Firenze. La sua ricerca si focalizza sulla pittura, la committenza e l’antiquaria a Firenze in età moderna, con attenzione particolare ai processi di dissoluzione di collezioni storiche, dalla fine del XVI secolo fino ai giorni nostri. Tra le pubblicazioni internazionali, si segnala quella apparsa nel 2023 sul Journal of the History of Collections. In Italia, pubblica nel 2025 un contributo sulla ‘realistica’ dei manieristi nei taccuini del viaggio francese di Roberto Longhi apparso su Proporzioni ed uno studio sul ciclo decorativo gaddiano nella monografia Fontallerta. Un paradiso sulla collina fiorentina.
