L'umore

Sku
978-88-6274-968-8
18,00 €
Curatore: Luisella Giachino
Autore: Bartolomeo Taegio
Isbn: 978-88-6274-968-8
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
L'umore
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-968-8
Numero in collana111
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreBartolomeo Taegio
CuratoreLuisella Giachino
PagineII-198
Anno2019
In ristampaNo
DescrizioneL'umore
In continuità col celebre dialogo sulla vita in villa del 1559, l’Umore del 1564 di Bartolomeo Taegio è un dialogo sul vino, la vinificazione e la viticultura, che si immagina tenuto, sullo fondo della vendemmia, nella villa suburbana di Robecco. Dapprima, in un tono prevalentemente paradossale, ma con venature filosofiche, Taegio esalta il vino fonte di conoscenza e di poesia, «sacro e soavissimo licore» amico delle Muse e degli dèi, «fermo e vero fondamento della vita nostra, rallegratore del cuore, regeneratore delli spiriti, e potentissimo restauratore de tutte le forze e operazioni corporali». La discussione si cala poi nella concretezza della vita operosa di un gentiluomo di Antico Regime e ci restituisce una preziosa sinossi di credenze e tecniche rimaste immutate per secoli, che testimoniano la continuità ininterrotta dei saperi e delle pratiche in questa branca dell’agricoltura. Bartolomeo si appoggia «sopra la ragion naturale, sopra l’esperienza e sopra l’autorità degli antichi maestri» (Virgilio, Plinio, Columella, Palladio, Crescenzio, Dioscoride) per illustrare all’amico Barza i vini con le loro caratteristiche e proprietà, anche medicinali, le tecniche di vinificazione e passo passo seguire, con amorevole sollecitudine, la pianta della vite dal radicamento dei tralci nel semenzaio alla messa a dimora nella vigna, spiegando nel dettaglio le complesse tecniche della potatura e del maritaggio delle viti agli alberi, i meravigliosi arcani «dell’ingegnioso inserto», cioè dell’innesto, i modi della propagginazione, con un procedere ad intarsio che mai si scosta dall’autorità degli agronomi antichi. L’edizione propone il testo introdotto e annotato. Dopo l’Umore il lettore troverà il saggio di Marzia Giuliani, che ricostruisce accuratamente, a partire da documenti d’archivio in parte inesplorati, la complessa e sfuggente fisionomia intellettuale di questo giurista, letterato e ideologo del patriziato, ne mette in luce la fitta rete di frequentazioni, anche eterodosse, e ne segue le mosse fra Milano, Novara, Pavia, Arona lungo tutto l’arco di tempo che va dall’Esilio al Liceo, tra l’esperienza del confino novarese, durante il quale animò l’Accademia dei Pastori della Val d’Agogna, al lungo servizio come funzionario e burocrate per conto dei Borromeo, aprendo nuove piste di indagine su una complessa pagina della prima età spagnola.
Luisella Giachino insegna Letteratura Italiana all’Università di Torino. Specialista di Cinquecento e Seicento, si è occupata di poesia lirica e sacra, di romanzo barocco, di predicazione, di poema eroico e sacro, di pubblicistica funebre. Oltre a molti saggi in rivista, presso Olschki è uscito il volume Giovan Leone Sempronio tra lusus amoroso e armi cristiane (2002). Per i tipi di Nino Aragno è stampata l’edizione del Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia (2011). Con le Edizioni dell’Orso ha pubblicato «Amore è Maggio che non corre a verno». Cinque saggi su lirici barocchi (2004); «Al carbon vivo del desio di gloria». Retorica e poesia celebrativa nel Cinquecento (2008); «Per la causa del Cielo e dello Stato». Retorica, politica e religione nei Panegirici sacri del Tesauro (2012); e ha curato l’edizione del poema sacro di Antonio Glielmo, Il diluvio del mondo (2016) e delle due pastorali di Luigi Groto La Calisto (2018) e Il pentimento amoroso (2019). Prepara l’edizione del Discorso sull’alicorno di Andrea Bacci. Marzia Giuliani è dottoressa di ricerca in Storia Moderna presso l’Università Cattolica di Milano, dove è stata assegnista e docente a contratto. Si occupa del ducato di Milano di età spagnola, indagato all’incrocio fra società, religione, cultura e storia dell’arte, con particolare attenzione all’età borromaica. Oltre a numerosi saggi in rivista, ha pubblicato la monografia Il vescovo filosofo. Federico Borromeo e I sacri ragionamenti, Olschki, 2007 e ha curato Le «Antichità di Milano». Una descrizione della città alla fine del Cinquecento, Roma, Bulzoni, 2011. Negli ultimi anni si è concentrata sui rapporti fra Lombardia spagnola e Piemonte sabaudo in relazione ai due Borromeo, alla Biblioteca Ambrosiana e ad alcune nobili famiglie, quali gli Sfondrati e gli Este di San Martino.