La fortuna di Omero nel Rinascimento tra Bisanzio e l'Occidente

Sku
978-88-3613-021-4
20,00 €
Curatore: Valentina Prosperi, Federica Ciccolella
Isbn: 978-88-3613-021-4
Collana: Hellenica / ISSN 1825-3490
La fortuna di Omero nel Rinascimento tra Bisanzio e l'Occidente
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-021-4
Numero in collana84
CollanaHellenica / ISSN 1825-3490
CuratoreValentina Prosperi, Federica Ciccolella
PagineX-234
Anno2020
In ristampa
DescrizioneLa fortuna di Omero nel Rinascimento tra Bisanzio e l'Occidente
L’immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti, non è mai venuta meno dall’antichità a oggi: l’assenza dei suoi scritti nel lungo iato medievale non impedì a Dante di incoronarlo sire tra i grandi autori classici. Fu anzi la sua fama di padre della poesia a facilitarne il rientro nella cultura occidentale, che avvenne molto presto e sotto i migliori auspici, quando Petrarca e Boccaccio promossero la traduzione in latino dei poemi omerici. Fu un evento fecondo di conseguenze, in primo luogo per l’insegnamento del greco. Leonzio Pilato, il traduttore, tenne il primo insegnamento pubblico di greco in Italia. E, pochi decenni dopo, il greco tornò a trarre impulso dai poemi omerici, che i dotti bizantini, scampati in Italia col loro tesoro di codici, inserirono subito nel curriculum di studi. Ma a questa vera e propria canonizzazione, che non venne mai meno a parole, non seguì nei fatti una rapida integrazione della poesia omerica nel discorso culturale umanistico. In Italia Omero si trovò a competere con Virgilio, ritenuto a lui superiore per stile e rispetto del decorum, e a competere con una più diffusa e consolidata tradizione di racconti alternativi della guerra troiana, che indusse perfino a ritenere mendace e inaffidabile l’Iliade. Nel resto d’Europa non fu così: nei paesi della Riforma Omero entrò ben presto nell’itinerario scolastico e formativo; in Francia il sostrato di leggende troiane ne favorì la diffusione, anziché ostacolarla come era accaduto in Italia. Sono alcuni degli aspetti della ricezione di Omero e del suo ingresso nel canone della letteratura occidentale che si troveranno affrontati in queste pagine, dove ogni contributo svolge uno dei fili possibili, nell’intreccio complesso della riscoperta di Omero prima della “discoverta di Omero”.
Valentina Prosperi è Professore associato di Filologia classica all’Università di Sassari. I suoi interessi di ricerca si rivolgono principalmente al fenomeno della ricezione e fortuna degli autori antichi nell’età del Rinascimento italiano. Le sue pubblicazioni comprendono un libro sulla circolazione di Lucrezio tra Umanesimo e Controriforma (Di soavi licor gli orli del vaso: la fortuna di Lucrezio tra Umanesimo e Controriforma, Torino 2004) e uno sul mito di Troia dall’antichità all’età moderna (Omero sconfitto. Ricerche sul mito di Troia dall’Antichità al Rinascimento, Roma, 2013). Ha curato, con Philip Hardie e Diego Zucca, un volume di studi dedicato ai seicento anni dalla riscoperta del De rerum natura (Lucretius Poet and Philosopher. Background and Fortunes of De Rerum Natura, Berlin-Boston 2020). Federica Ciccolella è Professor of Classics alla Texas A&M University. Ha pubblicato sulla poesia e la metrica bizantina (Cinque poeti bizantini, Alessandria, 2000), l’epistolografia tardoantica (traduzione e commento delle lettere di Procopio di Gaza in Rose di Gaza, a cura di E. Amato, Alessandria, 2010) e il ritorno dello studio del greco in Occidente nel Rinascimento (Donati Graeci: Learning Greek in the Renaissance, Leiden-New York, 2008). La sua attuale ricerca è incentrata sui rapporti tra Greci e Occidentali durante il Rinascimento e la disseminazione degli studi greci in Europa, argomento del suo volume più recente (Teachers, Students, and Schools of Greek in the Renaissance, edito insieme a L. Silvano, Leiden, 2017).