Le declamazioni per Cinegiro e per Callimaco

Sku
978-88-6274-952-7
20,00 €
Curatore: Alessandro de Martini
Autore: Polemone di Laodicea
Isbn: 978-88-6274-952-7
Collana: Hellenica / ISSN 1825-3490
Le declamazioni per Cinegiro e per Callimaco
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-952-7
Numero in collana79
CollanaHellenica / ISSN 1825-3490
AutorePolemone di Laodicea
CuratoreAlessandro de Martini
PagineX-158
Anno2019
In ristampaNo
DescrizioneLe declamazioni per Cinegiro e per Callimaco
Nell’anno 131, l’imperatore Adriano inaugurava in Atene il tempio colossale dedicato a Zeus Olimpio, un progetto iniziato addirittura dai Pisistratidi circa 660 anni prima. In quell’occasione, solenne e rappresentativa della politica filellenica imperiale, Adriano incaricò del discorso di consacrazione il sofista e suo amico personale Polemone di Laodicea, uno dei rappresentanti più in vista di quel fenomeno culturale che qualche decennio più tardi Filostrato avrebbe definito “Seconda Sofistica”. Notissimo ai suoi tempi come uomo potente e arrogante nonché retore strapagato, considerato un modello per la sua prorompente actio, al punto da essere accostato, fino alla tarda età bizantina, ai massimi esponenti della cultura greca, Polemone è oggi un autore conosciuto esclusivamente dagli specialisti. Ciò, forse, è anche dovuto alla perdita delle sue opere, di cui si è conservata solo la controversia oggetto di questo contributo, in cui i padri di due eroici caduti di Maratona si contendono il diritto a pronunciare il logos epitaphios comune. Si tratta di uno dei pochi esempi in lingua greca di questo genere di melete doppia, molto in voga in epoca imperiale. Altrettanto noti nell’antichità erano i soggetti delle due declamazioni: Cinegiro, fratello di Eschilo, e Callimaco, il polemarco ateniese, caduti a Maratona in circostanze straordinarie e al centro di molti esercizi letterari e figurativi nel mondo greco-romano. L’aspro dibattimento tra i due padri ci trasporta nel contesto degli spettacoli di declamazione che erano organizzati in epoca imperiale. Da una parte, possiamo intuire il clima culturale e il gusto di un pubblico alla ricerca di un sofisticato piacere, fatto di recitazione, argomentazioni logiche e richiami storici, dall’altra ci si presentano prospettive particolari su alcuni episodi della battaglia di Maratona, innestate sulla base erodotea con elementi eterogenei e fittizi, che Polemone mette strumentalmente in bocca ai suoi personaggi per costruire le rispettive strategie argomentative. Degna d’interesse è anche la lingua di Polemone, personale come molte altre scelte della sua vita. Delle Declamazioni per Cinegiro e per Callimaco si propone una traduzione commentata, con alcune revisioni testuali, corredata da un’analisi della lingua, dello stile e della logica argomentativa dei due contendenti.

Alessandro de Martini, dopo aver conseguito la laurea in Economia e aver svolto una carriera professionale di oltre vent’anni in diversi Paesi, si è dedicato interamente allo studio del mondo antico, conseguendo nel 2018 la laurea magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità presso l’Università di Torino. I suoi interessi di ricerca si concentrano, tra l’altro, sulla lingua greca antica e moderna.