ISBN | 978-88-3613-503-5 |
---|---|
Numero in collana | 24 |
Sottocategoria | Letteratura italiana |
Collana | Manierismo e Barocco / ISSN 1724-8558 |
Autore | Carolina Patierno |
Pagine | XXII-274 |
Anno | 2024 |
In ristampa | No |
Interpretare un mito attraverso un mito simillimo è il principio guida alla base del presente volume dedicato alle riscritture delle celebri fabulae di Ero e Leandro e di Piramo e Tisbe nella letteratura, nella lirica e nel teatro musicale del XVII secolo.
A partire da alcuni autorevoli studi storico-filologici sull’origine della novella e del romanzo (Rodhe 1876, Lavagnini 1921, Cataudella 1957) dove entrambi i miti sono citati come esempi di protoromanzi o protonovelle per l’insistita ricorrenza in essi di topoi appartenenti al romanzo ellenico, il volume percorre, nello sviluppo dei vari capitoli, il complesso sistema di riscrittura che lega a doppio filo le due fabulae lungo l’arco del Seicento, scandito in quattro momenti cronologici corrispondenti ad altrettante tappe geografiche: da Bologna, nel contesto primoseicentesco dell’Accademia dei Gelati, laboratorio privilegiato della nascente letteratura idillica, alla Roma barberiniana, teatro di rielaborazioni mitologiche antimarinistiche, a Venezia nel periodo operistico post Cavalli, infine nuovamente nella città felsinea, al tempo delle sperimentazioni teatral-musicali di epoca prearcadica. Appartenenti ad un’epoca proteiforme, dominata da una sensibilità magniloquente ed ingegnosa e dalla ricerca di nuove vie estetico-poetiche di misura anticlassicistica, questi testi richiedono un atto di lettura e intellezione che penetri nella stratificazione del loro intreccio, in cui si mescidano, generando inedite variazioni sul mito, archetipi retorici e culturali vecchi e nuovi, classici e cristiani. L’esplorazione dell’officina inventiva e ricreativa dedicata ai due miti chiama in causa le discussioni di poetica del tempo e si propone di illustrare il variegato ingranaggio delle fonti al servizio di convenzioni drammaturgiche sempre differenti con cui si è delineato un nuovo, meno tragico destino per le due coppie di amanti.
Carolina Patierno insegna Poesia per Musica e Drammaturgia musicale presso il Conservatorio “S. Giacomantonio” di Cosenza.
Diplomata in pianoforte e classicista di formazione, con perfezionamento dottorale nel settore dell’Italianistica, nei suoi studi si è dedicata prevalentemente alla letteratura teatral-musicale di Sei e Settecento, con contributi, in volumi miscellanei e riviste, su Claudio Monteverdi, Francesco Bracciolini, Giovanni Capponi, Pietro Metastasio e la sua fortuna, Francesca Manzoni, Gaspara Stampa. Si è occupata, inoltre, della ricezione madrigalistica di Torquato Tasso, del mito di Medea nel teatro musicale fra Sei e Ottocento e delle riscritture bibliche di Susanna e di Ester nel genere dell’oratorio.
Ha recentemente curato il volume Tecnica, Toni e commistioni di generi. Dai prodromi del melodramma al 1636 (in collaborazione con L. Bertolini, F. Della Corte, E. Selmi, E. Tonello, eCampus University Press-Padova University Press, 2024).