Nuove fiamme

Opera ricca e multiforme, nella sua versione definitiva (1568) conta più di trecento componimenti distribuiti in cinque libri (Sonetti et Canzoni pastorali; Stanze; Elegie; Egloghe; Nenie e Tumuli), notevoli per sperimentalismo metrico, mescolanza dei registri poetici e soprattutto per la varietà dei temi e delle ascendenze. Diversamente dalla prima raccolta paterniana (Rime o Nuovo Petrarca), ancora legata nei contenuti e nel linguaggio alla lirica tradizionale, le Nuove fiamme si segnalano infatti per il progressivo allontanamento dal Petrarca volgare, a vantaggio di una generale predominanza dei classici e delle grandi auctoritates italiane del Cinquecento (Luigi Alamanni, Ariosto, Bernardo Tasso, Varchi, ecc.). Mai più ripubblicate e poco indagate dalla critica, vengono qui riproposte in un volume che si distingue per essere il primo contributo filologico rivolto a un’opera di Paterno, concorrendo a gettare nuova luce su un autore che, nonostante l’apprezzamento di contemporanei (Giovan Battista Giraldi Cinzio, Bernardo Tasso, Benedetto Varchi, ecc.) e la fortuna perdurata fino ai primi del Novecento, viene oggi frettolosamente annoverato tra i petrarchisti di rango inferiore.