Passeri solitari

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978-88-3613-451-9
35,00 €

Un motivo poetico e il canto di Leopardi


Autore: Cecilia Gibellini
Isbn: 978-88-3613-451-9
Collana: Nec iners. Collana della Società Alessandrina di Italianistica ISSN 1825-3490
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Un motivo poetico e il canto di Leopardi

Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-451-9
Numero in collana03
SottocategoriaGlottologia
CollanaNec iners. Collana della Società Alessandrina di Italianistica ISSN 1825-3490
AutoreCecilia Gibellini
PagineVIII-264
Anno2024
In ristampaNo

Anche Leopardi, ma non solo Leopardi. Il volo del passero solitario attraversa millenni di letteratura, avviandosi nei Salmi, dove san Girolamo chiama il volatile prima passer, poi avis; Petrarca vi si paragona trasportandolo dal cielo biblico a quello profano; i poeti del Quattrocento conferiscono allo statico e tremebondo uccellino davidico il bel canto e l’alto volo; Luigi Pulci distingue per primo il passero comune dall’eremitico tordo nerazzurro. I petrarchisti del Cinquecento lo assimilano al dolce e dolente usignolo, ma non manca il poeta burlesco che lo usa per dileggiare un rivale; il Rinascimento lo consegna ai barocchi, dal gioioso cavalier Marino a un misconosciuto feudatario molisano che scrive un sonetto dagli accenti pre-leopardiani. I religiosi gli conferiscono un alone simbolico; un umanista lo fa cantare in latino, Giovanni Meli in siciliano; Giordano Bruno ne fa un ardito pensatore.
Poi il capolavoro di Leopardi, che incrociando genialmente la socievolezza del passero comune e la solitudine del canoro monticola, s’impone come spartiacque e pietra d’inciampo per i poeti successivi. Vari esemplari popolano la voliera di Pascoli; uno si annida nel rimorso di Montale, e poi Govoni, Saba, Solmi... Oltre cinquanta poesie, finora ignorate o appena sfiorate dagli studiosi, formano un sorprendente stormo di passeri solitari.
Al centro sta il piccolo-grande idillio di Leopardi. La sua opera, la sua Crestomazia poetica e la sua biblioteca, ricca di versioni dei Salmi e di trattati naturalistici, vengono vagliate in questa chiave ornitologica, che finisce per coinvolgere anche le aeree figure di Silvia e di Nerina. Ma è soprattutto il canto intitolato al Passero solitario a essere investito di nuova luce, che scopre aspetti cruciali del testo fino ad ora sfuggiti allo stuolo degli interpreti e dei commentatori.

Cecilia Gibellini insegna Letteratura italiana all’Università del Piemonte Orientale. I suoi studi si sono concentrati sulle intersezioni tra letteratura e arti, sull’intertestualità, sulla variantistica, sulle edizioni di testi e carteggi inediti. Tra i suoi lavori monografici, L’immagine di Lepanto. La celebrazione della vittoria nella letteratura e nell’arte veneziana, Marsilio, 2008; Giovan Battista Casti tra Boccaccio e Voltaire. Lettura intertestuale delle Novelle Galanti, Carabba, 2015; le edizioni dei carteggi tra Umberto Saba e Vittorio Sereni (Il cerchio imperfetto, Archinto, 2010) e tra Gabriele d’Annunzio e la moglie (La miglior parte della mia anima, Archinto, 2018), e quelle delle Novelle inedite libertine e disperse di Casti (Lu:Ce, 2016) e del romanzo di Giulio Aristide Sartorio Il ritorno di Raffaello (Medusa, 2020), nonché l’edizione critica del Sogno d’un mattino di primavera per l’Edizione Nazionale di D’Annunzio (Il Vittoriale degli Italiani, 2023).