Penne beffarde

Sku
978-88-3613-620-9
40,00 €

Rappresentazione delle istituzioni e del potere nella satira politica prima e dopo l’unità d’Italia


Curatore: Giuseppe Pardini
Isbn: 978-88-3613-620-9
Collana: '900 - Il Novecento / ISSN 2611-5425
Quick Overview

Rappresentazione delle istituzioni e del potere nella satira politica prima e dopo l’unità d’Italia

Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-620-9
Numero in collana15
SottocategoriaStoria contemporanea
Collana'900 - Il Novecento / ISSN 2611-5425
CuratoreGiuseppe Pardini
PagineXIV-378
Anno2025
In ristampaNo

Il volume raccoglie gli atti del convegno di studi Penne beffarde. Rappresentazione delle istituzioni e del potere nella satira politica prima e dopo l’unità d’Italia, svoltosi al Dipartimento di Lettere e Beni culturali dell’Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli» il 5 febbraio 2025. Convegno e Atti sono frutto delle attività di studio e di ricerca sviluppate da un gruppo di docenti e di ricercatori del Dipartimento (grazie a un finanziamento ottenuto attraverso un bando competitivo dell’Ateneo) e dedicate all’approfondimento dei riflessi politici, culturali, letterari e artistici della satira nell’Italia pre e postunitaria. Si tratta di tema stimolante, perché la satira, soprattutto nella sua dimensione politica, è stata ed è sempre in grado di smuovere le coscienze senza ricorrere a grandi risorse o a particolari strumenti, pur rivelandosi comunque un vero e proprio patrimonio artistico: del resto la sua attività di «manifestazione del pensiero» (attività prettamente culturale e quindi sociale) si esplica attraverso l’arte (le vignette, le caricature, i disegni), la letteratura (non ultima anche la poesia, forma letteraria sovente impiegata nella prima metà dell’800), la cultura in senso lato e pieno del termine (perché la satira si rivolge a un grande pubblico e di questo deve sentirne gli umori, le tendenze, le aspirazioni) e infine la politica, nelle sue espressioni più umoristiche, corrosive e beffarde. La satira, inoltre, riesce a svilupparsi prescindendo da qualsivoglia sistema istituzionale, persino nei sistemi autoritari e totalitari, pur con le dovute proporzioni e limitazioni: grazie alla satira e all’umorismo, nessun regime avrebbe mai potuto imporre il «divieto di ridere», in qualsivoglia circostanza, per quanto anche drammatica.

Contributi di: Paolo Moretti, Claudia Pingaro, Martina Perfetto, Paologiovanni Maione, Giulio Brevetti, Roberto Amato, Manuela Grimaldi, Loredana Palma, Gennaro Carotenuto, Sara Ziruolo, Francesco Saccà, Giuseppe Pardini, J. Valerio Tirone, Davide Paparcone.