ISBN | 978-88-3613-505-9 |
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Numero in collana | 15 |
Sottocategoria | Filologia italiana, Letteratura italiana |
Collana | Filologia e Letteratura italiana. Studi e testi ISSN 2723-9926 |
Autore | Cristina Teresa Penna |
Pagine | XVI-460 |
Anno | 2024 |
In ristampa | No |
Il volume intende fare luce sui modi in cui le teorizzazioni cinquecentesche dello stile grave, fatte proprie e interiorizzate dal Tasso sin dall’inizio degli anni Sessanta del Cinquecento, ed esperite già a partire dalle più scoperte imitazioni del modello dellacasiano nelle prime prove liriche, siano filtrate nella prassi della matura e definitiva sistemazione della Parte prima di rime d’amore, la stampa mantovana Osanna del 1591, la cui elaborazione, dal punto di vista cronologico, era iniziata in contemporanea a un altro e più celebre ripensamento letterario, quello che avrebbe condotto alla pubblicazione, nel dicembre del 1593, del rinnovato poema gerosolimitano. Nella definizione di un nuovo sublime amoroso, che mostrerebbe i suoi debiti nei confronti del registro magnifico, proprio dell’epica (e in particolare del Tasso dei poemi), e di quello eroico, tipico dell’altrettanto nobile materia d’encomio, gli artifici formali della gravitas, in buona parte un lascito ereditato dalla passata stagione giovanile, vengono così ricondotti alla loro reale funzione poetica, l’adeguamento della forma alla grandezza della materia e dei concetti trattati.
Cristina T. Penna si è formata inizialmente all’Università degli Studi di Torino, dove si è laureata nel 2016 in Letteratura, filologia e linguistica italiana, discutendo una tesi di Filologia dantesca. Dopo aver conseguito nel 2021 un dottorato di ricerca in Scienze del testo letterario e musicale presso l’Università degli Studi di Pavia, proponendo uno studio sulla gravitas nelle liriche amorose di Torquato Tasso, è attualmente assegnista presso il medesimo ateneo con un progetto triennale, finanziato dalla Fondazione Cariplo, che mira a indagare le implicazioni macrotestuali del definitivo piano di edizione in tre parti delle rime tassiane.