Sguardi su Dante da Oriente

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978-88-6274-786-8
40,00 €
Curatore: Carlo Saccone
Isbn: 978-88-6274-786-8
Collana: Quaderni di Studi Indo-Mediterranei / ISSN 2532-8492
Sguardi su Dante da Oriente
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-786-8
Numero in collana09
CollanaQuaderni di Studi Indo-Mediterranei / ISSN 2532-8492
CuratoreCarlo Saccone
PagineXIV-382
Anno2017
In ristampaNo
DescrizioneSguardi su Dante da Oriente
Introduzione di Carlo Saccone • Maurizio Capone, Maria Corti, Dante e la cultura islamica • Johann Christoph Bürgel, La simbolica del viaggio nel mondo spirituale musulmano. Dal pellegrinaggio alla Mecca al mi‘râj di Maometto • Mario Mancini, Dante e al-Ma’arrî: un confronto a distanza • Andrea Celli, Una cortesia mediterranea tra Cordova e Firenze? Il collare della colomba di Ibn Ḥazm e La vita nuova di Dante • Djaouida Abbas, Le traduzioni della “Commedia” in arabo • Nahid Norozi, Il mi‘rāj del mistico iranico Abū Yazīd Bisṭāmī nelle redazioni di al-‘Ārif e di Farīd al-Dīn ‘Aṭṭār • Andrea Piras, Ancora su Dante e le influenze orientali nella Divina Commedia. Prospettive iranico-islamiche recenti e nuovi sviluppi • Carlo Saccone, La Commedia di Dante e il Viaggio nel Regno del Ritorno di Sanā’i di Ghazna: quale confronto • Sergio Foti, Aspetti dell’amore mistico nella Vita Nuova di Dante e nel ‘Abhar al-āsheqin di Ruzbehān Baqli di Shiraz • Sona Haroutyunian, Dante Alighieri in armeno: dalla traduzione alla creazione • Ezio Albrile, Dante Ermete e la tavola di smeraldo • Ephraim Nissan, Medieval or Early Modern Hebrew Authors in Italy: Sometimes They Were Responding to Dante, Sometimes Themes Are Merely Shared • Nicola Licciardello, Dante tantrico e vedico • Alessandro Grossato, Dante e l’India • Omaggio al maestro: Alcuni ghazal e poesie su Dante di Johann Christoph Bürgel • Recensioni (Rosa Conte, Ephraim Nissan) • Notizie sugli autori.
Circa trent’anni fa nel 1991 usciva la prima versione italiana de Il libro della Scala, tratta da una versione latina medievale di un perduto originale arabo. Si trattava di un testo sul mi‘rāj o ascensione celeste di Maometto ben noto almeno dagli anni ’20, essendo stato discusso in un’opera pionieristica di Miguel Asín Palacios dall’eloquente titolo La escatologia musulmana en la Divina Comedia uscita nel 1919. Quarant’anni più tardi nel 1949 uscivano quasi contemporaneamente due notevoli studi di Enrico Cerulli e José Muñoz Sendino che ne riprendevano e ne discutevano — giungendo a opposte conclusioni — gli assunti fondamentali. Carlo Ossola nel 1994 avrebbe curato la prima traduzione italiana della ricerca dell’Asín Palacios ponendo termine all’incredibile ritardo del mondo accademico italiano nel prendere atto della “svolta” che l’Asín aveva impresso a questo tipo di ricerche. A prescindere infatti dalla bontà delle sue assai controverse conclusioni, che divisero il mondo accademico italiano e europeo, l’opera dell’Asín Palacios segna davvero una svolta negli studi dantistici. Innanzitutto per la prima volta si cominciava a intuire in tutta la sua portata la dimensione “mediterranea” dell’opera di Dante, che la critica nostrana aveva sempre teso a minimizzare. In una Italia uscita vincitrice dalla Grande Guerra e ancora ebbra del nazionalismo risorgimentale, e che era alla vigilia delle celebrazioni del settimo centenario dalla morte del poeta, l’ipotesi di una derivazione “musulmana” della struttura o di alcuni motivi del Poema Sacro destava sorrisi di sufficienza se non di aperto sdegno. Il dibattito successivo ha certamente reso giustizia, almeno in parte, alle intuizioni dell’Asín Palacios. Il suo merito in sede di bilancio forse non è tanto, o non solo, nell’avere segnalato una notevole mole (forse qua e là esagerando) di somiglianze e coincidenze tra opere di autori arabi (ciclo del mi‘rāj, al-Ma‘arri e Ibn‘Arabi in primis) e la Commedia, quanto piuttosto quello di avere rotto un argine, di avere aperto un nuovo orizzonte di ricerche che definitivamente superava l’orizzonte classico e cristiano (al più ebraico-cristiano) in cui si era mosso il mainstream della ricerca precedente. Non più soltanto Virgilio e il mondo classico, la Bibbia e la tradizione cristiana, la cultura trovadorica e stilnovistica: si aprivano d’un tratto le porte a indagini a più vasto raggio che includevano ora tutto il mondo mediterraneo arabo, dalla Siria alla Spagna moresca. Questa rottura dei vecchi argini, questo dilagare da Asín Palacios in poi delle correnti della ricerca dantistica in direzione del Mediterraneo non solo cristiano, è il presupposto di ulteriori, successive, più coraggiose esplorazioni che si spingono anche più a Oriente, in direzione di quel Grande Mediterraneo che, dall’impresa di Alessandro in poi, sparge e diffonde la propria cultura fino in India.