Storia e poesia dei nostri avi pagani

Sku
978-88-3613-361-1
40,00 €
Autore: Adriano Pennacini
Isbn: 978-88-3613-361-1
Collana: Fuori Collana
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-361-1
Numero in collana193
SottocategoriaLetteratura italiana
CollanaFuori Collana
AutoreAdriano Pennacini
PagineVI-290
Anno2023
In ristampaNo

Dalla storiografia pragmatica di Polibio, la “scienza dei fatti” vista e ricostruita come un “corpo”, cioè come una unità di cause e conseguenze organiche che convergono unitariamente verso un fine (tέloj): il dominio, conquistato in 53 anni non compiuti, dai Romani sul mondo abitato; da Polibio, greco di Megalopoli, città dell’Arcadia della Lega Achea, vissuto tra il 206 e il 124 a.C. dal 167 ostaggio dei Romani a Roma, divenuto amico ed estimatore degli Scipioni nonché ammiratore della costituzione “mista” dello Stato dei Romani, alla Roma imperiale nella quale si diffonde la cultura (retorica, oratoria, dialettica come armi della politica) e la moda dei Greci, in particolare nell’esperienza dei letterati e nella loro vita quotidiana: esemplare la testimonianza di Catullo, che sperimenta la passione avvalorata dalla similitudine con personaggi femminili come la puella, Atalanta, Procne, Saffo; intanto dall’età di Cesare e di Augusto inizia ad emergere a fianco dei patrizi e dei plebei nobilitati la classe dei provinciali e perfino dei liberti e dei loro figli; ed appare la crisi dell’agricoltura italiana nella contemplazione malinconica delle Bucoliche di Virgilio; da altro (diremmo ‘fantasioso’) punto di vista Ovidio compone con le Metamorfosi una storia del mondo, ridistribuita in tre parti: le origini dal Chaos primordiale; l’età dei miti: amori ed ire degli dèi, semidei, re, principi; l’età storica, che inizia con la guerra di Troia. Il romanzo (Le Metamorfosi di Apuleio) della riscoperta dell’anima attraverso l’esperienza fallita della magia nera, dei morti che, risorti, in piazza davanti ai concittadini radunati per il funerale parlano della propria morte e accusano chi li avrebbe avvelenati, delle maghe, che fanno incantesimi d’amore scambiando crini di porco per capelli biondi; e infine il ritorno ad una vagheggiata poesia popolare con i poetae novelli dei tempi di Adriano(animula vagula blandula, hospes comesque corporis etc.) e Marco Aurelio (che Avidio Cassio, per disprezzo, chiamava philosopha anicula) imperatori.

Adriano Pennacini (Torino 1929) ha insegnato lettere italiane, latine e greche nel ginnasio e nel liceo di Stato fino al 1969, quando è stato chiamato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino ad insegnarvi letteratura latina (libera docenza 1971), storia della retorica classica e infine retorica e stilistica nel corso di laurea in Scienze della comunicazione, del quale, come preside della Facoltà (1984-1993), ha promosso l’istituzio-ne. Ha ricevuto nel 1990 la medaglia d’oro di prima classe del Ministero della Pubblica Istruzione per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte; è stato presidente della International Society for the History of Rhetoric (1991-1993). Nel 2007, su proposta della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, gli è stato conferito dal Ministro dell’Università e della Ricerca il titolo di professore emerito. Ha studiato le letterature classiche da un approccio strutturale e funzionale; e specificamente la retorica antica e moderna in quanto strumento di analisi e di composizione di testi, anche nell’ambito delle contemporanee scienze e tecniche della comunicazione. In questo campo di studi ha pubblicato articoli, saggi e opere specialistiche, ma anche una storia della letteratura latina (con Gianfranco Gianotti) e libri per le scuole. Nel 2000 ha partecipato in qualità di esperto a “Gorgia. La retorica in TV”, trasmissione televisiva condotta da Corrado Augias e Michele Mirabella in dieci puntate per RAI Educational. Per Giulio Einaudi Editore ha curato la traduzione italiana delle Guerre di Giulio Cesare (1993) e dell’Istituzione oratoria di Quintiliano (2001). Per le Edizioni dell’Orso di Alessandria ha pubblicato nel 2003 una raccolta di saggi dal titolo Forme del pensiero. Studi di retorica classica, nel 2015 una antologia di Discorsi eloquenti da Ulisse ad Obama e oltre, tradotti e analizzati. Presso lo stesso editore ha pubblicato nel 1990 un volumetto di versi dal titolo Il silenzio negli occhi.