Tabula mundi

Sku
978-88-3613-157-0
50,00 €
Curatore: Daria Gigli
Autore: Giovanni di Gaza
Isbn: 978-88-3613-157-0
Collana: Hellenica / ISSN 1825-3490
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-157-0
Numero in collana96
SottocategoriaLetteratura bizantina
CollanaHellenica / ISSN 1825-3490
AutoreGiovanni di Gaza
CuratoreDaria Gigli
PagineVI-450
Anno2021
In ristampaNo

La Tabula mundi di Giovanni di Gaza occupa un posto di rilievo nell’ambito della poesia ecfrastica d’età imperiale: la descrizione delle figure a carattere cosmico raffigurate sulla volta delle terme invernali della città palestinese viene rivissuta dal poeta, sotto l’impulso anagogico dell’ispirazione, nei termini di un
viaggio verso le realtà celesti, costituendo in tal modo una suggestiva anticipazione del tema del viaggio ultramondano così caro alla letteratura medievale.
L’interpretazione in chiave allegorica delle immagini offre l’opportunità al poeta grammatico di enucleare in questi versi la sua concezione della creazione e del creato; il tema è di particolare interesse perché proprio fra la fine del V e l’inizio del VI secolo si sviluppa un acceso dibattito tra i filosofi neoplatonici ancora aderenti alla religione tradizionale e i cristiani riguardo all’eternità del cosmo. In queste pagine si è cercato di ricostruire per quanto possibile la posizione del poeta nell’ambito del pensiero dei filosofi neoplatonici tardi (Proclo, Ammonio, Olimpiodoro), che affiora fra le righe di quella che ha tutta l’aria di costituire un testo scritto per la scuola, piuttosto che un brano a carattere encomiastico pensato per una performance pubblica, come l’inaugurazione o il restauro dell’edificio.
Un’ecfrasi che, insegnando a recuperare i significati che si celano dietro le immagini (il mondo invisibile al di là del mondo visibile), potrebbe essere stata
pensata per preparare un uditorio di giovani studenti di quella Scuola allo studio filosofico del platonismo. Pur utilizzando a piene mani lessico ed espressioni metaforiche tipiche dell’epos nonniano, Giovanni si ritaglia uno stile suo proprio, sicuramente meno roboante e artificioso di quello del Panopolitano, ma ugualmente denso, a volte ermetico, che non esita a utilizzare termini tratti dal lessico filosofico. Il risultato sorprenderà il lettore per l’alto livello di poesia raggiunto, che la traduzione italiana (la prima in assoluto) ha cercato di restituire per rendere ancora godibile questi versi all’orecchio moderno.

Daria Gigli (Firenze 1949), già docente di Letteratura greca presso l’Università di Firenze, si è occupata prevalentemente di poesia greca tardoantica, con numerosi articoli e alcuni volumi dedicati a questo campo di interesse: Metafora e poetica in Nonno di Panopoli, Firenze 1985, La ‘Cosmogonia di Strasburgo’, Firenze 1990; delle Dionisiache di Nonno di Panopoli (Milano 2003-2004) ha coordinato il piano editoriale ed è autrice del primo volume (Canti 1-12, Introduzione, traduzione e commento).
Negli ultimi anni ha concentrato il suo interesse
su Giovanni di Gaza con particolare attenzione
ai suoi rapporti con il neoplatonismo, pubblicando vari articoli in qualche modo preparatori
a questo volume. Altri campi d’interesse sono stati: l’onirocritica greca e bizantina anche in rapporto alla psicoanalisi, la Seconda Sofistica ed Elio Aristide, la poesia oracolare (Oracoli Caldaici, Theosophia Tubingensis), il dionisismo dalle Baccanti di Euripide all’opera di Nonno di Panopoli. Attualmente ha in preparazione una nuova traduzione dell’Odissea. È autrice infine di una raccolta di poesie dal titolo Una visita a Hölderlin, Bergamo, Moretti&Vitali 2019.