Materia e sogno: l'universo immaginario di Raul Brandão

Sku
978-88-6274-295-5
20,00 €
Autore: Matteo Rei
Isbn: 978-88-6274-295-5
Collana: Biblioteca Mediterranea Studi / ISSN 2612-3029
Materia e sogno: l'universo immaginario di Raul Brandão
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-295-5
Numero in collana04
CollanaBiblioteca Mediterranea Studi / ISSN 2612-3029
AutoreMatteo Rei
Pagine376
Anno2011
In ristampaNo
DescrizioneMateria e sogno: l'universo immaginario di Raul Brandão
Prefazione ● Introduzione: Dagli esordi a Húmus: al cuore della narrativa di Raul Brandão ● 1. Ecce Húmus ● 2. La superficie statica del reale ● 3. Il dinamismo della realtà profonda: ● 4. Il paradigma della soglia ● Conclusioni ● La narrativa di Raul Brandão: temi, motivi e immagini ● Húmus: coordinate di un universo immaginario ● Bibliografia ● Postfazione
Un titolo come Húmus riconduce all’originario «nesso discorsivo tra le idee ispiratrici» da cui scaturisce l’opera, un nesso, che si può identificare, da un lato, con l’opposizione binaria tra dinamismo e immobilità, sviluppo vitale e stasi necrotica, dall’altro con la demarcazione di un ambito in cui tali contrapposizioni paiono a tratti placarsi (se non annullarsi) in una paradossale coincidenza degli opposti. L’«humus» è, in effetti, per Raul Brandão, luogo simbolico e concettuale in cui coesistono e si confrontano vettori semantici di segno contrario. Lo è, prima di tutto, nella sua accezione immediata di materiale biologico decomposto e rielaborato, vettore simbolico del duplice passaggio dell’organico che diventa materia inerte e della materia inanimata che contribuisce alla formazione di nuovi organismi. L’humus è la torba paludosa in cui la morte sprofonda tutte le cose, la lettiera in cui si depositano gli scarti e i rimasugli confusi di ideali logori e fedi annichilite, ma è anche la sostanza in cui il prodotto della necrosi organica viene inserito in un nuovo ciclo biologico, in cui si possono generare nuovi modelli di pensiero e di vita. In secondo luogo, ricollegandosi anche etimologicamente a homo, l’humus è immagine della vita interiore individuale, sospesa tra la dimensione cosciente e quella inconscia, rimandando tanto alla superficiale imperturbabilità dell’una quanto al subbuglio fertile e occulto dell’altra. Esso è metafora cosmomorfa dell’esistenza umana e richiamo metonimico all’argilla con cui il Dio della Genesi impasta il rosso Adamo, è terra-uomo e uomo fatto di terra. In questa ulteriore accezione, contigua e complementare alla prima, l’humus è anche il campo in cui agiscono due forze opposte, la tendenza all’irrigidimento minerale nelle vuote convenzioni della vita sociale e il rovello misterioso di un’interiorità dominata dalla mobilità magmatica degli impulsi tellurici.