Rāmānanda e lo yoga dei Sant

Autore: Pinuccia Caracchi
Isbn: 88-7694-414-1
Collana: Asiatica / ISSN 2611-3724
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Rāmānanda e lo yoga dei Sant
Maggiori Informazioni
ISBN88-7694-414-1
Numero in collana02
CollanaAsiatica / ISSN 2611-3724
AutorePinuccia Caracchi
Pagine392
Anno1999
In ristampaNo
DescrizioneRāmānanda e lo yoga dei Sant
Nota sulla scrittura dei termini sanscriti e hindi • PARTE I: Capitolo primo - Il quadro storico • Capitolo secondo - La vita di Råmånanda • Capitolo terzo - Le opere sanscrite e l’insegnamento dell’Åcårya Råmånanda • Capitolo quarto - Le opere hind⁄ e l’insegnamento di Råmånanda, Guru dei Sant • Capitolo quinto - L’enigma Råmånanda • Capitolo sesto - I Råmånånd⁄ tra storia e leggenda • PARTE II: Prefazione • I canti • Bibliografia • Indici • Indice analitico • Indice delle immagini e dei simboli • Indice generale
Se l’importanza di un Maestro si valuta in base alla vastità e qualità della sua discendenza spirituale, allora non si sbaglierà a classificare Rāmānanda fra le stelle di prima grandezza nel cielo dell’India. Egli è venerato come un avatāra (discesa divina) dai suoi seguaci e considerato come il propagatore della devozione a Rāma fra il popolo. A lui fa capo uno dei più importanti e numerosi Ordini ascetici hindū e non c’è quasi movimento, sorto nell’India settentrionale durante il Medioevo che, a torto o a ragione, a lui non si riconnetta. Ma quali furono realmente la sua dottrina e il suo insegnamento? Fu egli davvero il guru di tutti gli illustri personaggi che la tradizione gli attribuisce come discepoli? E quale fu la vera origine dell’Ordine dei Rāmānandī Vairāgī, che si proclama da lui fondato? La figura di questo grande è avvolta nel mistero. C’è che lo considera un maestro vaiṣṇava ortodosso, che vede in lui esclusivamente il guru dei sant nirguṇa (poeti religiosi che espressero nei loro canti un modo di sentire divino indipendente dagli schemi tradizionali) e chi addirittura parla di due differenti personaggi con lo stesso nome. Questo libro cerca di far luce sull’«enigma Rāmānanda» colmando la lacuna esistente al riguardo negli studi indologici, e presenta la prima traduzione dei canti hindī a lui attribuiti. L’ampio commento che li accompagna, oltre a rendere più agevole la comprensione, introduce il lettore nell’universo simbolico dei mistici medioevali dell’India.
Pinuccia Caracchi è docente di Lingua e letteratura hindī presso la Facoltà di Lingue e Letterature moderne dell’Università di Torino, ove svolge la sua attività di ricerca nel Dipartimento di Orientalistica. È autrice della prima Grammatica hindī in italiano (Torino 1992, II ed. 1996), e di svariati saggi e articoli su diversi aspetti della realtà religiosa hindū. Si è già occupata di Rāmānanda, pubblicando la traduzione , accompagnata da uno studio critico, della sua biografia tradizionale in sanscrito (Vita di Rāmānanda - Il Rāmānandajanmotsava dell’Agastya-saṃhitā, Torino, 1989).