«Riformar il mondo»

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978-88-6274-076-0
23,00 €
Il pensiero civile di Scipione Maffei. Con una nuova edizione del «Consiglio Politico»
Autore: Paolo Ulvioni
Isbn: 978-88-6274-076-0
Collana: Forme e percorsi della storia / ISSN 2612-5587
Quick Overview
Il pensiero civile di Scipione Maffei. Con una nuova edizione del «Consiglio Politico»
«Riformar il mondo»
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-076-0
Numero in collana06
CollanaForme e percorsi della storia / ISSN 2612-5587
AutorePaolo Ulvioni
Pagine440
Anno2008
In ristampaNo
Descrizione«Riformar il mondo»
Abbreviazioni • Premessa • Capitolo I, Gli scritti giovanili • Capitolo II, L’esaltazione della morale antica e della libera critica. La Scienza chiamata cavalleresca e il De Fabula Constantiniana • Capitolo III, Le reazioni alla Scienza cavalleresca • Capitolo IV, I ruggenti anni dieci • Capitolo V, I difficili anni venti • Capitolo VI, Il culmine del pensiero politico e civile di Maffei • Capitolo VII, La fine delle illusioni • Nota al testo • Suggerimento per la perpetua preservazione [ed esaltazione] della Republica Veneta atteso il presente stato d’ [dell’] Italia e d’ [dell’] Europa • Indice dei nomi
Quando nel 1704 il marchese Scipione Maffei innescò la sua prima veemente polemica contro la cultura “cavalleresca” della nobiltà, il suo avversario, il conte veronese Ferrante Emilei, lo accusò di essere un Narciso innamorato delle proprie idee. L’Emilei aveva ragione, ma lui e poi tanti altri non potevano capire e apprezzare che quell’aggressiva convinzione nella bontà delle cause combattute, corredata da acutissima intelligenza e grande erudizione, avrebbe fatto di Maffei uno dei principali “lumi” del primo Settecento italiano. Il marchese morì tranquillamente nel proprio letto, come Muratori, non in prigione, come Giannone, ma morì dopo una vita di continue battaglie, dove i poteri politici ed ecclesiastici non gli risparmiarono rifiuti, umiliazioni e censure, perché dietro un tono spesso arrogante si annidavano una libertà e una vivacità di pensiero rare nell’Italia di quei tempi. Questo volume vorrebbe essere la storia di un formidabile perdente che non si rassegnò mai a esserlo.
Paolo Ulvioni insegna Storia dell’Europa moderna e Storia moderna all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è occupato del rapporto tra economia, demografia e società in un periodo di crisi in Il gran castigo di Dio. Carestia ed epidemie a Venezia e nella Terraferma 1628-1632 (Milano 1989). Si è poi dedicato allo studio della cultura veneta presentandone un primo consistente risultato in Atene sulle Lagune. Bernardo Trevisan e la cultura veneziana tra Sei e Settecento (Venezia 2000), e approfondendo i rapporti tra cultura della capitale e cultura “provinciale”, come evidenzia il presente volume.