Il «Bellerofonte» di Euripide

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88-7694-678-0
23,00 €
Edizione e commento dei frammenti
Autore: Michele Curnis
Isbn: 88-7694-678-0
Collana: Minima Philologica Serie Greca / ISSN 2611-5360
Quick Overview
Edizione e commento dei frammenti
Il «Bellerofonte» di Euripide
Maggiori Informazioni
ISBN88-7694-678-0
Numero in collana02
CollanaMinima Philologica Serie Greca / ISSN 2611-5360
AutoreMichele Curnis
Pagine288
Anno2003
In ristampa
DescrizioneIl «Bellerofonte» di Euripide
Il mito di Bellerofonte ha attraversato la cultura occidentale (a partire dall’Iliade senza mai venir meno, fino a Cesare Pavese dei Dialoghi con Leucò), affascinandone ogni fase con l’inquietante serie di enigmi legati alla figura di questo eroe: che significa davvero il suo nome? Quale la vera provenienza? Quale l’oscura colpa da espiare, che conduce il giovane in terra corinzia? Perché gli dei decisero di punirlo facendone un vagabondo esacerbato e misantropo? Il tentativo di lettura condotto sulla deperdita fabula euripidea non può prescindere dalla disamina attenta delle fonti riguardanti questo personaggio, considerata l’assenza pressoché totale di notizie attendibili sulla tragedia di Euripide. Ma quali fatti erano rappresentati nel dramma? E soprattutto, quali tipi di messaggio Euripide affidava al personaggio tragico di Bellerofonte, sulla scena ateniese degli anni della guerra del Peloponneso? Nonostante il paradigma mitologico e antropologico tipicamente classico dell’eroe uccisore di mostri (la Chimera) abbinato al cavallo alato Pegaso, sarebbe riduttivo credere che quello di Bellerofonte sia un mito squisitamente greco: le indagini archeologiche hanno rilevato, a fianco della corposa produzione artistica greco-etrusco-romana dedicata alle imprese dell’eroe corinzio, una notevole presenza anche nel mondo scita. Ma neppure di fronte a simili suggestioni, spesso realizzate dall’evidenza del ritrovamento (sia esso monumentale o linguistico) la ricchezza dei frammenti euripidei perde d’interesse: il loro difficile messaggio, tale anche per l’avarizia con cui la tradizione indiretta ha selezionato e trasmesso il testo, continua a porre capitali interrogativi di ordine testuale, concettuale, esistenziale.
Michele Curnis (Ivrea, 1975) è dottore di ricerca in Filologia greca presso l’Università degli Studi di Torino.