L'«Antologia» di Giovanni Stobeo

Una biblioteca antica dai manoscritti alle stampe
Autore: Michele Curnis
Isbn: 978-88-6274-067-8
Collana: Minima Philologica Serie Greca / ISSN 2611-5360
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Una biblioteca antica dai manoscritti alle stampe
L'«Antologia» di Giovanni Stobeo
Maggiori Informazioni
ISBN978-88-6274-067-8
Numero in collana04
CollanaMinima Philologica Serie Greca / ISSN 2611-5360
AutoreMichele Curnis
PagineVI-302
Anno2008
In ristampaNo
DescrizioneL'«Antologia» di Giovanni Stobeo
Introduzione, Un’indagine tra codici e stampe • Capitolo I, Il primo Cinquecento: dai codici umanistici e dai primi excerpta a stampa all’editio princeps Trincavelliana del Florilegium • Capitolo II, Conrad Gesner e lo Stobeo come progetto editoriale: dal Kevra~ ∆Amalqeiva~ ai Loci communes sacro-profani • Capitolo III, L’editio princeps Canteriana delle Eclogae • Capitolo IV, Il Seicento: lo Stobeo tra Riforma e Controriforma • Capitolo V, Il Settecento: dalle eredità di Grotius al progetto di edizione completa di Schow e Heeren • Capitolo VI, Il primo Ottocento: progetti, animadversiones, edizioni tra Giacomo Leopardi e August Meineke • Tavole • Indici: I. Manoscritti citati in sigla • II. Fonti manoscritte • III. Indice delle tavole • IV. Indice dei passi citati • V. Indice dei nomi di persona • VI. Indice bibliografico
L’Anthologion di Giovanni Stobeo (V secolo d.C. circa) costituisce una delle entità letterarie più enigmatiche dell’intera letteratura greca: assente ogni notizia biografica sul redattore/autore, piuttosto incerte le finalità della raccolta, enormi i problemi filologici derivanti dall’esame dei testimoni manoscritti medioevali (tutti posteriori al X secolo). La tradizione antica ha suddiviso l’antologia in due parti, corrispondenti ai primi due libri (le Eclogae physicae et ethicae, formate soprattutto da testi di carattere scientifico e da precedenti raccolte di dossografie filosofiche ordinate per scuola o per autore, che Giovanni Stobeo incorpora nella struttura della sua opera) e ai secondi due libri (il più noto Florilegium, dedicato a ogni qualità morale e sostanziato da migliaia di citazioni in poesia e in prosa da tutti gli autori della cultura greca, da Omero a Porfirio, da Platone a Giamblico). In età moderna e contemporanea l’opera riveste un’importanza straordinaria, proporzionata anche alla sua smisurata mole (circa 3500 pagine nell’edizione critica corrente di Wachsmuth ed Hense), soprattutto per la conservazione di centinaia di frammenti di autori e opere pochissimo o non altrimenti noti (sarebbe sufficiente ricordare che l’elegia Alle Muse di Solone, in quasi tutta la sua estensione, è nota esclusivamente grazie a un codice dello Stobeo – il Vindobonensis Phil. gr. 67 del Florilegium, di X secolo – per avallare l’unicità dell’Antologia e dei suoi manoscritti). Era dunque prevedibile che le numerose trascrizioni e le prime raccolte a stampa (complete o parziali) realizzate tra XV e XVI secolo risultassero molto utili alla ricostruzione di un approccio filologico e testuale ricco e problematico, protrattosi fino alla prima metà del XIX secolo (prima che intervenissero altri fattori di ricostruzione del testo, che ne hanno modificato radicalmente la struttura in sede editoriale, e quindi la fruizione da parte dei lettori), e costituissero così un capitolo originale, finora assai poco studiato, di storia culturale.
Michele Curnis (Ivrea, 1975) è dottore di ricerca in Filologia greca presso l’Università degli Studi di Torino e docente presso il Liceo Classico “Carlo Botta” di Ivrea. Per i tipi delle Edizioni dell’Orso ha già pubblicato, in questa stessa collana, l’edizione critica dei frammenti del Bellerofonte di Euripide (2003).