L’italianizzazione imperfetta

L’amministrazione pubblica dell’Alto Adige tra Italia liberale e fascismo, Prefazione di Nicola Tranfaglia
Autore: Andrea di Michele
Isbn: 88-7694-637-3
Collana: Ventunesimo Secolo. Studi e ricerche sull'età contemporanea / ISSN 2724-4962
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L’amministrazione pubblica dell’Alto Adige tra Italia liberale e fascismo, Prefazione di Nicola Tranfaglia
L’italianizzazione imperfetta
Maggiori Informazioni
ISBN88-7694-637-3
Numero in collana04
CollanaVentunesimo Secolo. Studi e ricerche sull'età contemporanea / ISSN 2724-4962
AutoreAndrea di Michele
Pagine430
Anno2003
In ristampaNo
DescrizioneL’italianizzazione imperfetta
Questo libro ricostruisce le fasi e le modalit‡ della politica italiana in Sudtirolo - subito ribattezzato Alto Adige - durante i quattro anni di governo liberale (1918-1922) e nel più lungo periodo fascista (1922-1943) e si concentra su di un aspetto specifico ma di importanza decisiva: la pubblica amministrazione. In che modo e con quali risultati l’amministrazione pubblica rappresentò un consapevole strumento di italianizzazione nelle mani della dittatura fascista e, in questo senso, quali furono i motivi di rottura e di continuità con la politica dei governi liberali? Con quali modalità e con quali esiti fu selezionato il corpo degli amministratori inviati nella provincia di confine a rappresentare lo stato liberale prima e il regime fascista poi? Fino a che punto la progettata fascistizzazione del pubblico impiego ebbe maggior successo in Alto Adige rispetto al resto d’Italia? Questi sono i quesiti principali ai quali questo libro cerca di dare risposta, ponendo le proprie solide basi sullo studio e l’elaborazione di un’assai vasta documentazione archivistica, pressoché inedita, conservata in primo luogo presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La ricerca mette in luce come uno dei più significativi elementi di continuità tra il periodo liberale e il ventennio fascista sia stata la sostanziale inadeguatezza del personale amministrativo. Ciò a riprova dell’evidente incapacità da parte dello Stato italiano - liberale prima, fascista poi - di selezionare una valida classe politico-amministrativa cui affidare la gestione di questa terra di confine. Un eclatante fallimento per il regime fascista, che dall’impiego pubblico si aspettava, tra il resto, un valido apporto al processo di forzata italianizzazione del Sudtirolo.