Storia di una cavità

“Le mie mattine si svolgevano sempre alla stessa maniera. Verso le dieci, dopo aver vagato per casa in pigiama alla ricerca del giornale, mi mettevo a leggere sdraiato sul letto. La lettura come sempre mi interessava poco ma aveva il vantaggio di richiamare un sonno molto piacevole; era quel dormire non dovuto alla stanchezza ma alla naturale inclinazione a poltrire, a non fare niente, ad aspettare che il giorno passasse senza troppi disagi. Questa beatitudine mi cullava sino all’ora di pranzo, momento in cui solitamente mi alzavo veramente.” Così inizia Storia di una Cavità, il viaggio di un turista, contemporaneo e affannato, che parte dal suo letto e attraversa, come un modulo lunare, la società postindustriale che gli orbita intorno.