Sui demòni
ISBN | 978-88-7694-352-2 |
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Numero in collana | 04 |
Collana | Gli Orsatti / ISSN 2283-2025 |
Autore | Cesario di Heisterbach |
Curatore | Sonia Maura Barillari |
Pagine | 180 |
Anno | 1999 |
In ristampa | No |
Descrizione | Sui demòni |
Il Dialogus miraculorum, monumentale silloge di racconti edificanti composta dal cistercense Cesario di Heisterbach fra il 1219 e il 1223, consta di 749 exempla suddivisi in dodici sezioni dedicata ognuna a un tema specifico: la loro successione vorrebbe tracciare il percorso ideale dell'evoluzione spirituale di un buon cristiano, dall'auspicata conversione alla vita claustrale fino alla morte e alla diversa sorte che può essere riservata all'anima nell'aldilà. Si propone qui il testo della distinctio V, dedicata ai demòni: lungi dall'affrontare i grandi quesiti che la teologia del tempo si poneva sul ruolo di Satana nel piano della creazione e sull'essenza ontologica del male, essa si presenta come una trattazione nel complesso organiza e sistematica intesa a definire una casistica di carattere fenomenologico, una sorta di repertorio particolareggiato delle insidie che costantemente minacciano l'esistenza dell'uomo ostacolando il suo cammino verso la salvezza. Ma ciò che rende forse più interessanti, agli occhi del lettore moderno, le figure diaboliche che popolano gli apologi di Cesario è il loro partecipare in larga misura di una tradizione folclorica non ancora pienamente assimilata - e definitivamente assimilata - dalla cultura 'ufficiale': vediamo convivere tratti ereditati dalle fonti bibliche o evangeliche, e motivi di derivazione patristica, unitamente ai caratteri che gli attribuiva la gente comune sulla scorta di credenze sopravvissute a una catechesi il più delle volte frettolosa e superficiale. Considerando qualità e attributi in seguito rifiutati dalla Chiesa in quanto non pienamente conformi alla propria ideologia, i daemones del Dialogus hanno dunque l'innegabile pregio di offrire un punto d'osservazione privilegiato rispetto all'evoluzione a cui è soggetta la rappresentazione del Maligno nel corso del Medioevo prima di fissarsi, attorno al XIV secolo, nelle forme tutt'oggi conosciute.