Fantasmi del corpo, fantasmi della mente

La malattia fra analisi e racconto (1870-1900)
Autore: Laura Nay
Isbn: 88-7694-443-5
Collana: Contributi e proposte ISSN 1720-4992
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La malattia fra analisi e racconto (1870-1900)
Fantasmi del corpo, fantasmi della mente
Maggiori Informazioni
ISBN88-7694-443-5
Numero in collana38
CollanaContributi e proposte ISSN 1720-4992
AutoreLaura Nay
Pagine352
Anno1999
In ristampaNo
DescrizioneFantasmi del corpo, fantasmi della mente
Premessa • Capitolo I, La letteratura tra scienza e filosofia • Capitolo II, Il «metodo scientifico» e la critica letteraria: il romanzo • Capitolo III, Il romanzo: dalle «leggi dell’ereditarietà» alla scoperta della psiche • Indice dei nomi
Il rapporto qui istituito fra malattia e romanzo ha origini ben precise nell'affermarsi a metà del secolo scorso, in campo medico, del metodo sperimentale, grazie a Claude Bernard, metodo che trova applicazione in letteratura con Èmile Zola. Nell'Italia di Manzoni si discutevano allora di preferenza i risultati clamorosi delle ricerche darwiniane (è del 1869 il saggio "L'uomo e la scimmia" di Tommaseo) che gettavano una nuova luce sull'origine dell'uomo. Tuttavia, proprio a partire dagli anni Settanta, con l'arrivo dei testi fondamentali quali i "Principles of psychology" di Herbert Spencer e il saggio "De l'Intelligence" di Hippolyte Taine, il panorama è destinato a cambiare ulteriormente. Lo testimoniano, e l'ampio dibattito critico riservato al nuovo romanzo, e la stesura di opere quali "Giacinta"(1879) o "Profumo"(1890) di Luigi Capuana, "Malombra"(1881) di Antonio Fogazzaro, "Fantasia" (1883) di Matilde Serao, "Ermanno Raeli" (1889) di Federico De Roberto, "L'Anima"(1894) di Enrico Annibale Butti, "La disfatta"(1896) di Alfredo Oriani, "Il riscatto" (1900) di Arturo Graf. Naturalmente, non sono da escludere i romanzi del ciclo della rosa di Gabriele d'Annunzio: in particolare, "L'innocente",1892 e "Il Trionfo della Morte", 1894. Grazie ad essi, e a molti altri, è stato possibile cogliere e documentare l'attenzione dei narratori alle nuove malattie, quelle della psiche, ora riconosciute e studiate, sebbene non ancora curate. Il predominio, tradizionalmente riservato alla narrativa veristica, viene, di conseguenza, ridotto a dimensioni meno totalizzanti. Entrando nello specifico e non accontentandosi di facili generalizzazioni, s conferma di indicazioni ormai mature, si restituisce a Capuana e a De Roberto, per limitarsi a due nomi noti, la partecipazione acuta e attiva alla formazione di un romanzo alternativo alle tematiche sociali, e più attento all'indagine dell'io profondo, frantumato e discusso, dei singoli protagonisti. "Per capire meglio che cosa sia, chi sia quell'Altro che, col suo destarsi e le sue rivolte, scatena le zuffe e le sofferenze testimoniate dal deformarsi della fisionomia del personaggio uomo, bisogna uscire per un momento dal campo dellp'arte" ha scritto autorevolmente Giacomo Debenedetti guardando a Freud. Nel presente lavoro si è descritto il medesimo percorso, ma spostando la data di inizio dell'indagine al periodo antecedente all'arrivo delle teorie freudiane in Italia. Si è dovuto dare ascolto alla voce degli scienziati (Charcot, Richet, Janet, Binet, Wundt, senza dimenticare Enrico Morselli, Salvatore Tommasi), e dei filosofi (in primo luogo a Schopehauer e a Hartmann, ed ancora a Ribot, Lotze, Comte, Littrè, fino agli ovvi Bertando Spaventa, Roberto Ardigò, Gaetano Negri). Loro seppero dare un nome al profondo, seppero indagare nell'inconscio dell'uomo: ai romanzieri, però, toccò dare forma ed espressione all'"Altro".
Laura Nay svolge attività di ricerca presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino. Si è occupata della scrittrice piemontese Diodata Saluzzo, di cui ha ristampato le "Novelle"(Firenze, Olschki, 1989), e una antologia della sua fortuna critica (Roma, Bulzoni, 1990). Sempre nell'ambito della letteratura di area piemontese, ha curato la trascrizione del manoscritto autografo del "Mestiere di vivere" di Cesare Pavese e ha collaborato alla stesura delle note di commento (Torino, Einaudi, 1990). Nella "Storia illustrata di Torino"( a cura di V. Castronovo, Milano, Sellino, 1993), si legge un suo intervento dedicato a "Artisti e scrittori nella Torino del dopoguerra"; ha introdotto il romanzo di Pirandello "Suo marito" (Milano, Mondadori, 1994); in ultimo ha collaborato all'"Antologie bilingue de la poèsie italienne"(Bibliothèque de la Plèiade, Paris, Gallimard, 1994).